Sgarbi : «Senza Panizza mi dimetto dal Mart»

di Giorgio Lacchin

Vittorio Sgarbi è una furia ma non è una notizia. La notizia è che se non gli assegnano Franco Panizza come super-segretario («geografo», lo chiama lui), lo storico dell’arte si dimetterà da presidente del Mart.

«Se vogliono che mi dimetta hanno trovato la strada giusta. Se non nominano “geografo” Panizza, io non voglio più fare il presidente del Mart». Così ha parlato Sgarbi, ieri sera.

«Quella di Franco Panizza non sarebbe una nomina ma un “comando”», attacca il 67enne ferrarese, notissimo opinionista e politico (tra le mille altre cose). «Panizza è un dipendente della Provincia e come tale può esserlo per un ufficio o per un altro».

Vittorio Sgarbi sottolinea che il suo non è un capriccio ma un’assoluta necessità. Gli hanno chiesto di trovare dei luoghi - delle cittadine - nelle valli trentine dove portare, nei prossimi mesi, alcune opere del Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, e lui ritiene che solo il politico noneso li possa trovare.

«Panizza è utile per la sua esperienza, che ho imparato ad apprezzare in questi mesi. Da nessuno ho avuto indicazioni più precise rispetto ai luoghi del Trentino e al patrimonio artistico che questi luoghi ospitano».
«Mi hanno chiesto di trovare quattro, cinque location entro la primavera - due entro la fine dell’anno e almeno altre due entro la primavera 2020 - dove esporre alcune opere del Mart. Ma io non ho il tempo di occuparmi in ogni momento del museo di Trento e Rovereto, e non ho un ufficio tecnico al Mart che possa svolgere delle verifiche, e neppure una segretaria».

La persona più preparata per valutare se un posto sia adatto oppure no ad accogliere opere d’arte, è l’attuale presidente del Patt, insiste Sgarbi. «Tanto per dire, è stato Panizza a segnalarmi Castel Caldes come il posto adatto a ospitare la mia collezione. Sui luoghi Panizza è sicuramente esperto, quindi attendo che venga nominato “geografo”. Del tutto fuori luogo se la questione diventasse politica. Non ritengo ricevibile un discorso che dica che ci sono ragioni imperscrutabili che impediscono a Panizza di diventare il mio “geografo”».

Sgarbi è un fiume di parole. Non si può fermare in alcun modo. «Mi dicono che un giornale veneto ha scritto che l’assessore Bisesti avrebbe parlato con me di Panizza. Non è vero. Bisesti a me non ha detto nulla. Ma se dovesse arrivare un veto sulla figura di Panizza, e se le motivazioni fossero politiche, lo riterrei incomprensibile».
Pare che la “delocazione” di alcune opere del Mart stia a cuore a Mirko Bisesti, assessore all’istruzione, università e cultura della Provincia: «L’idea gli è molto piaciuta», conferma Sgarbi, «ma non si possono trovare dei luoghi qualunque: bisogna che diano sufficienti garanzie, di clima, di spazi, eccetera. E chi mi deve dare le garanzie se non ho segretarie o uffici tecnici? La delocazione è legata a una funzione tecnica che nessuno meglio di Panizza - per la mia esperienza - può rappresentare».

«Con Bisesti», conclude Sgarbi, «non ho mai parlato di Panizza ma solo del Palazzo delle Albere. Ho accettato l’idea, che non mi piace, di dividere le Albere con il Muse. Un’idea non luminosa, ma l’ho accolta. Anche se non ho capito cosa ne farebbe Zecchi per il suo Muse».

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