Il consigliere leghista Paoli attacca un dirigente sportivo: «E' contro Salvini, va controllato»

di Matteo Lunelli

Una discussione, di carattere politico, su Facebook. E fino a qui non c’è alcuna notizia. Una discussione con protagonista un consigliere provinciale. E già qui la questione, già di dominio pubblico essendo su un social network con nomi e cognomi, diventa più ufficiale.

Poi se il consigliere si lascia andare a un paio di considerazioni come «non può dire le sue opinioni perché è un dirigente di una società sportiva», «spero controllino il suo operato» e «io sono un rappresentante delle istituzioni», allora forse una notizia lo diventa, con la necessità di spiegare meglio la questione.

Tutto si è svolto domenica sulla pagina Facebook dell’Adige (quindi non siamo andati a ravanare morbosamente nei profili, seppur pubblici, delle persone) sotto alla notizia del successo davanti a Mattarella e in diretta Rai dei bambini delle Schmid. Ma la canzone “L’Altalena” non è il motivo del contendere.

Tutto nasce da una frase del signor Tarcisio Caset, 65 anni, conosciuto in Rotaliana per essere attivo sia nel calcio sia nel circolo pensionati. Scrive, rispondendo a un utente: «Salvini dice la verità? Mai detta una volta in vita sua (da politico)». Chiunque frequenti un social network sa bene che, nel marasma di insulti, volgarità, minacce (purtroppo), una frase del genere è da inserire nel cassetto “opinioni pacate”. Insomma, ovviamente si può essere d’accordo o meno con il contenuto, ma la frase appare piuttosto innocente. Non per Denis Paoli, 33 anni, di Mezzocorona, consigliere provinciale della Lega. Che interviene nella discussione, in un botta e risposta di una ventina di messaggi con Caset.

I due, va detto, si conoscono: stessa zona, la Rotaliana, e un passato da calciatore per Paoli, che Caset incontra la prima volta proprio come giocatore. Il botta e risposta è certamente educato e non degenera, ma appunto un paio di frasi del consigliere provinciale meritano un approfondimento.

Quindi, lo sentiamo. «Ah quella... si tratta di una semplice e normale discussione sui social. Per quanto mi riguarda è finita lì». Però lei dice che Caset non può esprimere la propria opinione: perché? «Lui segue una società sportiva e non deve influenzare le opinioni dei giovani». Ma non ha insultato nessuno e usato il proprio profilo personale. «Non accetto su di me e sul mio leader politico che venga detto che non diciamo la verità: non è corretto. Quello di screditare sui social è un concetto nato con il nuovo governo con 5 Stelle e Pd, che credono sia la normalità screditare gli altri».

Invece, la citiamo, un “rappresentante delle istituzioni” può dire ciò che vuole? «Io dico ciò che pensa il mio partito, mentre lui deve essere super partes, essendo appunto un dirigente che lavora con i giovani».

Insomma, legittimamente (ma discutibilmente), Paoli ritiene che chi ricopre un ruolo all’interno di una società sportiva non possa criticare la Lega e il suo leader Salvini (che, anche un leghista può ammetterlo, in quanto a screditare il prossimo via social è un maestro).
Per correttezza, naturalmente, sentiamo anche l’altra parte in causa. «Avete letto? Secondo me Paoli non avrebbe dovuto scrivere certe cose su di me. Però preciso: io faccio il dirigente in una squadra di amatori, non di bambini, sono tutte persone adulte. E lo faccio a titolo gratuito e di volontariato, mettendoci soldi miei e senza guadagnare nulla. Nella frase su Salvini mi pareva di essere stato pacato e non offensivo, ma evidentemente al giovane consigliere non è piaciuto che avessi un’opinione differente dalla sua. Ora attenderò i controlli che ha promesso: quella frase non mi è piaciuta, mi è parsa una minaccia. Ma me ne farò una ragione, per me è finita lì, sul Facebook dell’Adige».

Ecco i post su Facebook

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