Rossini: «Incompresa, lascio il Patt ma resto in Parlamento»

di Giorgio Lacchin

Emanuela Rossini lascia il Partito Autonomista Trentino Tirolese dopo la bufera scatenata dal suo “sì” al governo Conte. La fiducia all’esecutivo non era stata concordata con il partito e con la Svp (Rossini è stata eletta nel listino proporzionale con i due simboli del Patt e dell’Svp).

Rossini, lei lascia il Patt e rimane in Parlamento. Giusto?

«Giusto. Rimango in Parlamento, chiaramente. E rimango esattamente dove sono collocata ora, cioè nella componente minoranze linguistiche all’interno del Gruppo misto. Lascio il Patt e proseguo il mio lavoro in Parlamento in un rapporto costruttivo con l’Europa e con una particolare attenzione al futuro dei giovani, in linea coerente con quel progetto e quelle linee politiche che mi hanno portato a candidare nel 2018».

Il Patt l’ha delusa?

«Non c’è delusione. Con il mio voto di fiducia non ho dato “carta bianca” al governo. È solo un’apertura per lavorare e mediare, e per facilitare i rapporti tra il governo e Trento. Con il mio voto ho voluto garantire al Trentino quegli strumenti di negoziazione e mediazione tra Trento e Roma in un modo diverso dalla sola contrapposizione, perché il dialogo in politica è l’unica strada».

Si è sentita incompresa?

«Diciamo che non è stata compresa questa mia esigenza. In questi giorni, in Parlamento, si sta facendo un grande sforzo di mediazione per costruire, fare riforme, sostenere il Paese».

Uno sforzo credibile?

«Assolutamente credibile. Merita la fiducia, nel senso di sostegno. Un sostegno comunque “vigile”».

Lei ha fiducia nel premier?

«Ho fiducia nelle premesse che ci si è dati. Non è la classica operazione tra partiti, ma una cosa diversa».

Quanto diversa?

«Un governo deve governare per il Paese. I partiti hanno fatto un passo indietro, in questi ultimi giorni. Tra i parlamentari ho visto nascere una responsabilità nuova. Sì, in Parlamento c’è un’aria assolutamente nuova. Chi è lì lo percepisce chiaramente».

Forse perché la maggioranza è più omogenea?

«Perché è un’alleanza che si è formata sulla necessità di mediare e di lavorare insieme».

Le verrà assegnato un ruolo particolare?

«Ho il ruolo di parlamentare in tutte le commissioni. Se dai la fiducia, partecipi ai tavoli di maggioranza e vedi tutti i provvedimenti in anticipo. Io godo di stima per le competenze che ho».

Cosa dice agli ex compagni di partito del Patt?

«Stimo tutti, rispetto tutti. Però rispetto anche il mio ruolo. Punto».

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