Famiglia, la neo ministra archivia il ddl Pillon

Poche parole ma chiare e che non lasciano spazio a dubbi. La neo ministra alla Famiglia Elena Bonetti archivia con una frase il tanto controverso Ddl Pillon sull’affido condiviso. Anzi, «per quanto mi riguarda resterà nel cassetto», dice senza tradire emozioni.

Per poi aggiungere, spiegando la sua posizione: «Nessun diritto alla genitorialità o bigenitorialità può essere anteposto al supremo interesse dei minori in linea con quanto stabilito nell’evoluzione del diritto di famiglia in Italia e nelle principali convenzioni internazionali. Auspico che queste tematiche non diventino terreno di battaglia ideologica. La necessità di trovare risposte più efficaci alle problematiche legate all’affido esiste. Ciò che è archiviata è una risposta inadeguata e dannosa come quella prevista dal ddl Pillon».

Un nuovo corso dunque, rispetto a quello del salviniano Lorenzo Fontana, che mette al centro il bambino e che mira a raggiungere la pariteticità tra uomo e donna attraverso l’ulteriore allargamento del congedo familiare ai padri e che scarta il disegno di legge del senatore leghista, tra gli organizzatori del Family Day, osteggiato da femministe, avvocati, psicologi e assistenti sociali. Tutti pronti a scendere in piazza a fine mese per gridare il no al progetto.

Ma Simone Pillon non si dà per vinto: «Noi non molleremo mai, finché non sarà riconosciuto il diritto di tutti i bambini a stare con mamma e papà». E sulle modalità della battaglia, aggiunge: «Siamo pronti a ogni evenienza», spiegando che «il Pd vuole imporre l’agenda al M5s, tentando di bloccare la riforma dell’affido condiviso, senza neppur leggere il lavoro fatto in questi mesi sul testo unificato».

Si dice rammaricato della posizione della neo ministra il vicepresidente di Pro Vita e tra gli organizzatori del Congresso della Famiglia di Verona Jacopo Coghe: «Il Ddl Pillon si stava trasformando in un testo unico in cui si prevedevano tempi più o e meno paritetici per i papà e le mamme per stare con i bambini. Mi dispiace che ci sia un pregiudizio della neo ministra Bonetti su queste tematiche. La invitiamo quantomeno a leggere e a confrontarsi sul testo. Sarebbe politicamente scorretto dire un no aprioristicamente». E apre: «Discutiamone insieme».

Plaude all’esordio della neo ministra il collega di partito Andrea Marcucci: «Il governo ha bisogno di fatti concreti per marcare una svolta rispetto al passato. Archiviare per sempre il famigerato decreto Pillon vuol dire chiudere con una pericolosa concezione della famiglia e con un’idea medioevale delle donne.
È una buona partenza».

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