Fiducia al Conte bis con 169 sì, 133 no e 5 astenuti (3 Svp)

Il Senato ha votato la fiducia al governo guidato dal premier Giuseppe Conte con 169 sì, 133 no e 5 astenuti.

Tra gli astenuti ci sono i tre senatori della Svp, benché le parole espresse da Julia Unterberger, presidente del Gruppo per le autonomie, che comprende anche i senatori a vita e altre componenti, siano state molto positive rispetto al Conte bis.

Alcuni senatori del nostro gruppo voteranno la fiducia, altri si asterranno con l’impegno a votare provvedimento per provvedimento, ma nessuno voterà contro». Ha annunciato in Aula al Senato Julia Unterberger (Svp), capogruppo delle Autonomie a Palazzo Madama.

Unterberger ha espresso «apprezzamento» per l’impostazione «europeista»: «con lo slogan prima gli italiani non si arriva da nessuna parte», ha aggiunto.

«Quando ieri in piazza a Montecitorio ho visto i saluti romani, il primo pensiero è che questo governo è dalla parte giusta». «Apprezziamo anche le parole del presidente Conte e del ministro Boccia sulla tutela delle autonomie e delle minoranze linguistiche». Unterberger ha ribadito il suo «personale apprezzamento per lo stile politico» di Conte per per «l’equilibrio» del programma. «Ma quello che conterà saranno i fatti» ha concluso sollevando come «unica obiezione» il fatto che solo un terzo dei ministri sono donne, auspicando anche che «vengano giudicate per quello che fanno e non per come vestono».

 Il premier nel suo intervento ha replicato alle parole di Matteo Salvini che lo aveva attaccato parlando di lui come di un “nuovo Monti”.

«Poi con calma - ha attaccato Conte - nelle prossime settimane spiegherete al Paese cosa ci sia di dignitoso in tutti i repentini voltafaccia che ci sono stati in poche settimane».

«Senza onore!». Così alcuni senatori leghisti hanno urlato interrompendo piu’ volte la replica del presidente del Consiglio, che aveva parlato della decisione presa dalla Lega «unilateralmente» l’8 agosto di avviare la crisi di governo.

I deputati trentini della Lega, Diego Binelli, Vanessa Cattoi, Martina Loss e Mauro Sutto, in un duro comunicato attaccano la senatrice di Forza Italia, Donatella Conzatti (nella foto).


«Anche oggi dopo il voto al Senato apprendiamo che un parlamentare del Trentino, questa volta eletto in coalizione con la Lega, - scrivono i leghisti - ha fatto una scelta di campo a favore del nuovo governo. La senatrice Conzatti ha infatti preso le distanze dalla coalizione grazie alla quale siede ora in Senato non partecipando al voto di fiducia al nuovo governo. Comunicando l’intenzione di riconsiderare la sua posizione parlamentare ha preso le distanze proprio dal partito che ha garantito la sua elezione, la Lega. Non rispettando le indicazioni di voto del suo gruppo parlamentare di appartenenza ha tradito quindi il mandato popolare che ha ricevuto dai trentini».

«Coerenza vorrebbe - concludono - che si dimettesse per non apparire una traditrice del Trentino».

A differenza del 5 giugno 2018, la nuova squadra di governo ha incassato 16 voti contrari in più rispetto ai 117 di allora ma 20 astensioni in meno (oggi sono state 5). Dai tabulati risulta inoltre che ci sono stati 8 assenti e 5 in congedo.

Tra i primi, i senatori di Forza Italia Massimo Berutti, Gabriella Giammanco, Fiammetta Modena, Laura Stabile e la trentina Donatella Conzatti. Quest’ultima ha annunciato che non avrebbe votato, sottolineando in una nota la necessità di una propria riflessione politica, a questo punto.

Non ha partecipato al voto nemmeno il senatore a vita Renzo Piano.

Per quanto riguarda i congedi, spicca l’ex presidente della Repubblica e senatore a vita Giorgio Napolitano che però ha fatto sapere di non esserci per motivi di salute ma che avrebbe dato la fiducia. In congedo anche il senatore a vita Carlo Rubbia (hanno invece votato a favore i senatori a vita Elena Cattaneo, Liliana Segre e Mario Monti).

Nel fronte degli astenuti ci sono anche Matteo Richetti (Pd) e Gianluigi Paragone (M5s).

Intanto, in Trentino è scoppiata la polemica anche nel Patt, dopo che ieri la deputata autonomista, Emanuela Rossini, ha votato a favore del Conte bis mentre il partito si era espresso per l'astensione come la Svp.

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