Presidente dell'Opera, non si trova l'accordo Scintille tra Provincia e Università per la nomina

di Patrizia Todesco

Tra Università e Opera Universitaria esiste uno stretto rapporto di collaborazione e per questo è importante che tra Rettore e Presidente dell'Opera ci sia una certa intesa. È sempre stato così. La coppia Paolo Collini- Alberto Molinari sembrava funzionare ma evidentamente non piace a tutti. Nelle ultime settimane è intervenuto l'assesore all'istruzione Mirko Bisesti proponendo nomi diversi. Nomi e modi che non sono piaciuti affatto al Rettore. Come risolvere la questione? Come imporre un nome nuovo se le regole prevedono l'accordo? Semplice, cambiando le regole. Ed ecco allora che dentro i tanti emendamenti portati all'approvazione nel corso dell'assestamento di bilancio ne sono stati introdotti due che potrebbero cambiare i rapporti tra Provincia e Università dando maggiore potere decisionale alla prima. Due emendamenti presentati a firma di Mara Dalzocchio della Lega e da Claudio Cia di Agire che saranno discussi stamattina e che chiedono entrambi che non sia più necessaria l'intesa tra Provincia e Università per la nomina del Presidente dell'Opera.  

La conferma che l'aria è cambiata e con essa i metodi arriva dal rettore Paolo Collini . «La normativa prevede un'intesa e da sempre l'intesa si fa con una telefonata o con incontro. Io pensavo fosse così e invece inizialmente è arrivata una lettera con un solo nome, diciamo un concetto di intesa ristretta. Io ho risposto chiedendo un incontro nel quale ho spiegato all'assessore che era opportuno che il presidente in carica, che a mio parere aveva fatto un buon lavoro in questo primo mandato, potesse essere confermato anche per portare avanti tutta una serie di importanti progetti». Collini sottolinea anche che Molinari è una persona che conosce bene il mondo universitario e che, cosa non scontata, ha anche la fiducia studenti. «Pensavo che l'incontro fosse servito a chiarire e invece dopo qualche giorno mi è arrivata un'altra lettera con tre nomi». I nomi, circolati nelle ore successive, sono quelli di Franca Penasa, amministratore dell'istituto Sacro Cuore di Trento; Carlo Andreotti, ex presidente della Provincia e capo del consiglio di amministrazione dell'università e Caterina Mordeglia, vice coordinatore di Unitrento digital University nonché professore del dipartimento di lettere e filosofia. «A questo punto ho mandato anch'io una lettera - prosegue Collini - argomentando i motivi per cui secondo me era opportuno confermare per un secondo mandato Molinari». 

Collini sottolinea che tutti hanno a cuore il destino della Provincia. «Il Trentino fa molto per Università, università fa molto per il Trentino. Molto meglio collaborare. Io credo sia anche una questione di stile. Quanto agli emendamenti per cambiare le regole, è una cosa che si commenta da sola. Io posso dire che domani pensavo di inviare una terna di nomi, in modo che fra tanti si possa trovarne uno che soddisfi tutti. Ho già pronta la lettera ma a questo punto vediamo. Rimango convinto che per fare certe scelte si dovrebbe sedersi attorno ad un tavolo, discutere sulle questioni da affrontare e cercare le persone giuste per farlo. Se poi qualcuno parte mettendo subito dei nomi...».
Immediata la reazione dell' Udu (Unione degli universitari) . «Dopo mesi di ingiustificata pressione sul Rettore della nostra Università, la Lega ha deciso: l'Ateneo va asservito, va messo in gabbia. All'Opera Universitaria, l'Assessore Bisesti deve poter nominare chi vorrà, come vorrà», si legge in una nota. 
«Le pretese della maggioranza leghista sono chiare: consentire alla giunta provinciale di nominare unilateralmente il direttore dell'Opera Universitaria. La figura non dovrà più nemmeno appartenere all'Ateneo: per decidere del diritto allo studio di tutti gli studenti universitari trentini, saranno sufficienti delle generiche referenze manageriali o gestionali, o anche una solida militanza di destra», dice Sofia Giunta coordinatrice dell'UDU Trento ed eletta in CNSU. 
Prosegue Sofia Giunta: «Continuate a parlare dell'orso, quando siamo noi studenti e la comunità accademica tutta a finire in gabbia».
Preoccupato anche Edoardo Meneghini , presidente del Consiglio degli Studenti: «È una cosa offensiva, speriamo che l'emendamento venga ritirato. La Provincia si sta mettendo di traverso con l'Università dove c'è sempre stata collaborazione e sta creando un problema dove non c'era».
Il Consiglio degli studenti ha condannato quella che viene definita «un'aggressione all'autonomia dell'Università». «In alcun modo i giochi politici di una giunta che vuole poter controllare l'università, possono essere accettati. A maggior ragione in Trentino, dove il rapporto virtuoso esistito finora tra Università e Provincia è stato un elemento determinante nel raggiungimento di molti importanti traguardi e primi posti». Per Meneghini e il consiglio «usare il proprio potere istituzionale per imporre una nomina che prescinde da un'intesa con l'Università, denota scarsissima comprensione dell'importanza di un buono e costruttivo rapporto tra i due enti». Per la consigliera Pd Sara Ferrari la presentazione dei due emendamenti è un atto di «codardia, protervia e disprezzo delle istituzioni».

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