Alla serata per Chicco Forti la gaffe di Kaswalder gela tutti «Mai negli Usa: guerrafondai»

di Claudio Chiarani

La sala della Comunità di Nago ha ospitato una serata dal titolo «L’ultima chance per Chico Forti», promossa da Cento, il consorzio degli esercenti di Nago Torbole e Fabio Galas, fotografo ed editore del Magazine «La Busa». Il tutto col patrocinio del Comune di Nago Torbole. La serata era stata immaginata per sensibilizzare il pubblico, nei confronti della vicenda di Forti, trentino in carcere a Miami per l’omicidio di Dale Pyke, di cui tuttavia si è sempre proclamato innocente.

Tutto liscio, caldo e problemi all’impianto microfonico a parte, fino a quando sul palco si è accomodato il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder, che nel suo intervento, a proposito della nota vicenda che da vent’anni vede incarcerato Enrico “Chico” Forti in un carcere di Miami negli Stati Uniti, ha esordito così: «Mi hanno chiesto di andare in America per perorare la causa di Chico Forti, ma io in America non ci vado, né ci andrò mai. Sono un popolo di guerrafondai e io, tirolese al 100%, mi rifiuto di andare a parlare con gente che fa la guerra per i propri interessi. Noi tirolesi abbiamo sempre combattuto guerre di difesa, mai di attacco. Mi dispiace ma farò quello che posso stando qui, a casa».

Caldo esagerato, aria assente e temperatura elevata, possono secondo qualcuno aver influito sulla sua dichiarazione, che ha sollevato l’indignazione del produttore svedese della Pampas production Ab/Svt, che sta realizzando un film documentario sul caso di Chico Forti. «È come se io dicessi che voi italiani siete tutti mafiosi, perché in Italia c’è la mafia» ha sbottato di riflesso alle parole del presidente del Consiglio provinciale, mentre visibilmente stizzito lo ha apostrofato dicendogli «queste dichiarazioni sono una vergogna, se le poteva risparmiare».

Ammutolite le sessanta persone, amici, conoscenti e vecchi compagni di liceo di Chico Forti. Che prima hanno potuto sentire le dichiarazioni dell’avvocato americano Philip Mause, esperto che collabora alla serie di sei episodi che s’intitola «Framed in Miami», che aveva appena detto come il sistema americano sia a suo parere piuttosto «leggero» e che lui di questo se ne vergogni pubblicamente. E poi hanno ascoltato, evidentemente stupite, quanto Kaswalder stava dicendo. Parole dalle quali sia il consorzio Cento sia Fabio Galas, sia la famiglia Forti, presente con lo zio Gianni e moglie alla serata, hanno preso le distanze con un comunicato inviato all’indomani della serata.

Restando alla cronaca dell’incontro, la serata ha visto la  partecipazione anche di Manuela Moreno, giornalista e responsabile della redazione esteri del TG2, che ha incontrato Chico ed è fermamente convinta della sua innocenza.
E sempre alla serata era presente l’onorevole Mauro Ottobre, anche lui strenuo difensore di Forti, e di una verità, ha osservato durante la serata, «che è stata manipolata per incastrare il nostro connazionale», come si propone di mostrare il filmato realizzato dalla rete televisiva americana Cbs e proiettato in sala. Ora è solo volontà politica del governo italiano prendere posizione e cercare di dimostrare alle istituzioni Usa l’innocenza di Forti.

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