Elezioni europee, politiche e comunali Guida al voto completa per l'election day del 26 maggio

Election day con tre diversi sistemi di voto per circa 18.000 elettori di tre dei cinque Comuni al voto domani, domenica 26 maggio in coincidenza con le elezioni suppletive e con le europee. In circa 130 Comuni in totale (per circa 270.000 elettori), invece, quella giornata sarà caratterizzata da due votazioni, quella per le suppletive nei due collegi di Trento (poco meno di 70 Comuni coinvolti) e di Pergine (con circa 60 Comuni coinvolti) e quella per il parlamento europeo di Strasburgo.

Insomma, gli oltre 408.000 elettori trentini chiamati alle urne dovranno in molti casi fare slalom tra diversi sistemi elettorali, nomi e schede per elezioni con valore e significato diversissimo. Vediamo i dettagli.


ELEZIONI EUROPEE

Il Parlamento Europeo è l’unica istituzione Ue i cui membri sono eletti direttamente dai cittadini e si rinnova ogni cinque anni. La legislatura 2014-2019 è stata l’ottava a suffragio universale.

Ecco le principali indicazioni sulle modalità con cui sarà rinnovata l’assemblea di Strasburgo:

QUANDO E DOVE

Tra il 23 e il 26 maggio 2019 circa 400 milioni di europei (senza contare i cittadini britannici) si recheranno alle urne per eleggere i loro rappresentanti.

In Italia lo spoglio delle schede inizierà il 26 maggio alle 23 segnando la fine della consultazione elettorale europea. Il 23 maggio saranno chiamati ai seggi gli elettori dei Paesi Bassi (e forse anche quelli del Regno Unito), il 24 maggio gli irlandesi, il 25 maggio la Lettonia, la Repubblica Ceca, Malta e la Slovacchia, mentre il 26 tutti gli altri: Italia, Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.

CHI PUÒ VOTARE

Saranno chiamati alle consultazioni elettorali tutti i cittadini aventi diritto al voto di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea. Le prime elezioni a suffragio universale si sono tenute nel 1979. In 4 Stati (Belgio, Cipro, Grecia, Lussemburgo) è obbligatorio recarsi alle urne mentre in tutti gli altri è facoltativo.

 


 IL VOTO IN ITALIA

Per poter votare, oltre al documento d’identità, servirà proprio la tessera elettorale. Questa viene consegnata direttamente a casa, dopo che si viene iscritti nelle liste elettorali (cosa che avviene in automatico al compimento della maggiore età). Se si vota per la prima volta ma la tessera elettorale non è stata ancora recapitata a casa, bisognerà rivolgersi all’Ufficio elettorale del comune di residenza (o, nelle città più grandi, nei vari municipi o circoscrizioni) per farsela rilasciare in pochi minuti. Se, invece, è già stata consegnata ma è stata smarrita, niente paura: si può richiedere un duplicato, sempre presso l’Ufficio elettorale. L’importante è non aspettare l’ultimo momento.

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COME SI VOTA

Il sistema elettorale in vigore in Italia per le europee è un proporzionale puro, con una soglia di sbarramento del 4% su base nazionale per ottenere almeno un seggio.

La ripartizione dei seggi, come detto, avviene su base proporzionale: la percentuale dei seggi ottenuti sarà pari alla percentuale dei voti raccolti.

Quando ci si recherà al seggio, dopo l’identificazione, si riceverà una scheda di colore diverso a seconda della circoscrizione elettorale di appartenenza (nel caso delle Europee sono solamente cinque: Italia nord-occidentale, Italia nord-orientale, Italia centrale, Italia meridionale o Italia insulare) e una matita copiativa, l’unica ammessa per esprimere il voto.

Dopodiché sarà indicata una cabina, dove si entrerà per votare, tracciando una semplice ‘X’ sul simbolo della lista o del partito preferito. In più, si potranno indicare una o più preferenze (fino a un massimo di tre) scrivendo il cognome del candidato collegato alla lista (l’elenco è affisso fuori dal seggio elettorale).

Ovviamente questa è un’opzione, nulla di obbligatorio. Una volta fatto, si dovrà ripiegare la scheda (prima di uscire dalla cabina) e inserirla nell’apposita urna.

Non è consentito il cosiddetto voto disgiunto, cioè il voto a un partito e la preferenza a un candidato di un altro partito.

Per quanto riguarda le tre preferenze, la novità di questa tornata sono le nuove norme sulla rappresentanza di genere. Se si esprime più di una preferenza, non si possono votare votare soltanto uomini o soltanto donne anche se si esprimono solo due preferenze e non tutte e tre. In pratica, se voglio dare la mia preferenza a due candidati uomini, dovrò per forza indicarne una terza relativa a una donna, e viceversa. Se sulla scheda indico solo due uomini, la seconda preferenza verrà annullata e verrà considerata valida solo la prima preferenza. La preferenza, secca, infatti, è perfettamente ammissibile. 


REGOLE COMUNI

Dal 1979 gli eurodeputati sono eletti ogni 5 anni per suffragio universale diretto, ossia scelti direttamente dai cittadini. Il numero di eletti è fissata in proporzione alla popolazione. Per votare occorre aver compiuto i 18 anni, tranne in Austria dove ne bastano 16. Lo spoglio delle schede non può iniziare prima della chiusura dei seggi in tutti gli Stati membri. La soglia minima d’accesso è libera ma non può eccedere il 5% dei voti validi e vige il divieto del doppio mandato, nazionale ed europeo.

REGOLE NON COMUNI

I requisiti e l’età minima per candidarsi non sono uguali in tutti i Paesi, così come la legge elettorale e le modalità di voto per i residenti all’estero.

SOGLIE DI SBARRAMENTO

Sono diverse da Paese a Paese. La quota minima del 5% è in vigore in Belgio, Lettonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Francia, Polonia, Croazia, Romania, Lituania e Slovacchia. Il 4% in Italia, Austria, Svezia. Il 3% in Grecia, mentre l’1,8% a Cipro. In tutti gli altri non è prevista alcuna soglia di sbarramento.

QUANTI DEPUTATI ELEGGE CIASCUN PAESE

Per legge ogni Stato membro può eleggere al massimo 96 europarlamentari e come minimo 6. La Germania al momento ne elegge 96 e fino al 2014 l’Italia ne eleggeva 73, come il Regno Unito e uno in meno della Francia. In caso di Brexit, ovvero con l’uscita dei parlamentari britannici, si ridurrà il numero degli europarlamentari che passerà dagli attuali 751 (750 più il presidente) a 705 e ci sarà una parziale ridistribuzione dei seggi.

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AFFLUENZA

L’astensionismo è uno dei principali problemi sul tappeto. Nel 2014 l’affluenza media (passata dal 42,97 del 2009 al 42,61%) ha fatto registrare notevoli differenze tra i vari Paesi. Ai primi posti il Belgio (89,64%) e il Lussemburgo (85,55%) - dove il voto è obbligatorio - seguiti da Malta (74,08%).

Fanalino di coda la Slovacchia con una percentuale di votanti del 13,05%. Tra i grandi Paesi la Germania ha registrato un’affluenza alle urne del 48,01% e la Francia del 42,43%. In Italia ha invece votato il 57,22% degli aventi diritto.


LE SUPPLETIVE PER DUE COLLEGI

Il 26 maggio in circa 130 Comuni ci sarà il voto per eleggere due deputati alla Camera. Giulia Zanotelli, eletta nel collegio di Trento, chiama alle urne 175.504 elettori tra Trento, Valle dei Laghi, Rotaliana, val di Non e val di Sole. Il 4 marzo la leghista aveva ottenuto il 37,38% dei voti contro il 33,94% di Mariachiara Franzoia, del Pd, oggi vicesindaco di Trento, sostenuta dal centrosinistra e dal Patt.

Alla sostituzione di Maurizio Fugatti sono interessati, invece, 95.560 elettori tra Valsugana, Primiero, Fiemme e Fassa. Il 4 marzo alle politiche Fugatti aveva ottenuto il 44,56% dei voti contro il 26,72% di Lorenzo Dellai (Civica Popolare Lorenzin) sostenuto dal centrosinistra e dal Patt. In questo caso il sistema elettorale è quello del maggioritario uninominale secco (chi prende un voto in più degli altri viene eletto alla Camera).

CINQUE COMUNI IN BALLO

Sono cinque i Comuni in ballo per scegliere il sindaco e il consiglio comunale. Tutti, secondo i dati ancora ufficiosi (perché datati 31 dicembre 2018) hanno una popolazione superiore ai 3.000 abitanti. Si tratta di Borgo Valsugana (6.826), Levico Terme (7.561) e Terre d’Adige (3.011), Tione (3.608) e Folgaria (3.130). In questi Comuni, quindi, scatta il maggioritario a doppio turno, ovvero: se un candidato sindaco non ottiene il 50% +1 dei voti al primo turno deve andare al ballottaggio (il 9 giugno in questo caso), dove affronta il secondo candidato più votato.

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