Kaswalder licenzia Pruner La colpa? Il congresso Patt

di Domenico Sartori

È un autonomista da quando aveva i pantaloni corti. E da autonomista ha professionalmente servito, per decenni, presidenti, assessori e rappresentanti istituzionali delle due stelle alpine.

Oggi, però, proprio a causa della sua passione politica, che è la sua storia, Walter Pruner dovrà trovarsi un altro lavoro. È stato licenziato dal presidente del Consiglio provinciale, Walter Kaswalder, che lo aveva assunto il 7 dicembre scorso come segretario particolare.

Cos’è successo? Perché la improvvisa interruzione di un rapporto di lunga data? I due Walter si conoscono e frequentano infatti da una vita, e non si contano le volte in cui quello diventato presidente del Consiglio provinciale con la lista Autonomisti Popolari si sia richiamato in aula a uno dei padri storici dei partito autonomista in Trentino, Enrico Pruner, padre del Walter che oggi licenza con la stessa aplomb di un padrone delle ferriere.

Ecco, la colpa pare essere proprio il fatto che il segretario particolare non abbia rinnegato la sua storia. Domenica 24 marzo lo si è visto a Pergine, al congresso del Patt che ha eletto Simone Marchiori segretario. Pruner ci è andato, ha incontrato amici cui è legato da anni.

Non ha detto una parola al congresso: semplice ascoltatore.

Ma Kaswalder, che dal Patt era stato cacciato nella scorsa legislatura - da lì l’invenzione di Autonomisti Popolari e l’accordo con la Lega - non ha gradito. Come si dice: non gliel’ha perdonata. Mancanza di fedeltà e lealtà. Venir meno del rapporto di fiducia. Scrivania da liberare dal primo maggio.

Pruner, che in passato è stato il braccio destro di Dario Pallaoro, quando sedeva sullo scranno oggi occupato da Kaswalder, e poi quando divenne assessore all’agricoltura in Provincia, e, tra l’altro anche segretario di Francesco Moser assessore alla cooperazione in Regione, infine dipendente del gruppo del Patt nella passata legislatura, dovrà cercarsi un’ altra occupazione.

Siccome si tratta di un rapporto fiduciario (il presidente del Consiglio può scegliersi due figure, il segretario e il capo di gabinetto, in questo caso Dario Chilovi di Autonomisti Popolari), non ci sono margini per così dire sindacali: licenziamento immediato. Qualche giorno di ferie da smaltire, poi a casa. Kaswalder, interpellato, argomenta: «Confermo che è venuto meno il rapporto di fiducia con il mio segretario particolare. Oggi (ieri, ndr) l’ho ufficialmente richiamato per la quarta volta. Secondo me una persona con il suo ruolo dovrebbe essere più vicino al presidente. Io arrabbiato perché è andato al congresso del Patt? Era libero di andarci, ma doveva dirmelo. Con lui è finita».

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