Telefonate costose e spese elettorali La Corte dei Conti bacchetta i partiti

di Andrea Bergamo

Telefonate dall’estero, una stampante «sparita» nel nulla e spese dal sapore promozionale a ridosso della campagna elettorale delle provinciali. La Corte dei conti ha approfondito i rendiconti elaborati dai vecchi gruppi consiliari nell’ultimo anno della scorsa legislatura. E puntuale, negli scorsi giorni, gli ex capigruppo sono stati investiti da una raffica di contestazioni (o meglio, di richieste di chiarimenti) che hanno interessato in particolare le realtà politiche dell’ex maggioranza.

Non mancano poi le note di correzione per l’inserimento di alcune voci di spesa nei capitoli errati, e la richiesta di trasmissione degli elenchi dei beni durevoli (dalle scrivanie ai cellulari) acquisiti dai gruppi nel corso dello scorso mandato, assieme ai verbali di restituzione al Consiglio provinciale.

Nell’elenco che segue non compaiono dunque Civica Trentina, Forza Italia, Union autonomista ladina e Gruppo Misto, ai quali vengono prescritti soltanto alcuni correttivi.

AMMINISTRARE IL TRENTINO

Sotto la lente dei magistrati sono finite in particolare due spese di poche decine di euro che sarebbero già state conteggiate nel 2017: un’imposta di bollo di 25,46 euro e commissioni bancarie per 27,46 euro.

LEGA NORD TRENTINO

La richiesta di chiarimento riguarda le retribuzioni a una dipendente nei mesi di agosto e settembre, alla luce del fatto che quest’ultima era candidata alle elezioni del 21 ottobre, mente il regolamento prevede che «i gruppi non possono intrattenere rapporti di collaborazione a titolo oneroso ed erogare contributi, in qualsiasi forma (...) ai candidati a qualunque tipo di elezione amministrativa o politica, limitatamente al periodo elettorale e fino alla proclamazione degli eletti».

MOVIMENTO 5 STELLE

Anche in questo caso la Corte dei conti invita il gruppo a motivare una consulenza a una candidata alle elezioni per la contabilità del gruppo, tenuto conto che si tratta di attività ordinaria. Una seconda consulenza che compare nel documento dei magistrati è stata affidata a una persona esterna per la «rielaborazione di un numero consistente di interrogazioni senza risposta al fine di poterle depositare quanto prima». Per entrambi gli incarichi si chiede di fornire chiarimenti sull’oggettiva impossibilità di affidare gli incarichi ai dipendenti assunti.

PARTITO AUTONOMISTA TRENTINO TIROLESE

Le verifiche vengono compiute in tema di «rispetto della disciplina della par condicio», che vieta l’attività di comunicazione istituzionale nel periodo che precede le elezioni. Si chiede infatti di documentare i lavori svolti da un videomaker nei mesi di settembre e ottobre 2018 (due fatture per un totale di 6.000 euro). I magistrati chiedono inoltre di dimostrare la riconducibilità e inerenza all’attività istituzionale del gruppo per un altro incarico assegnato allo stesso videomaker per la «realizzazione di un video divulgativo sulla legge istitutiva del marchio dei masi trentini» (5.000 euro). Infine, si chiede di chiarire presupposti e motivi che hanno portato al pagamento di ferie non godute ai dipendenti del gruppo al termine della legislatura.

PARTITO DEMOCRATICO DEL TRENTINO

La Corte dei conti ha constatato elevate spese per roaming dati internazionale all’estero (europei ed extraeuropei) per un totale di circa 2.800 euro, erano circa 2.300 nel 2017 e 1.500 nel 2016. Per questo l’invito è di giustificare e documentare l’inerenza di queste spese con i fini istituzionali del gruppo. Ha attirato l’attenzione anche la stampa a metà agosto della pubblicazione «Gruppo consiliare Pd del Trentino 2013-2018. Cinque anni assieme», per la quale dovranno essere formulati chiarimenti per verificare il rispetto della norma che vieta l’attività di comunicazione istituzionale nel periodo che precede le elezioni. C’è poi un incarico a 4 «facilitatori» per gli incontri svolti nell’ambito del progetto «Città-valli», risultano in realtà solo le attività svolte da 2 persone. Dall’esame dei documenti trasmessi dal gruppo, infine, sembra che non sia stata restituita al Consiglio provinciale una stampante Hp Officejet.

PROGETTO TRENTINO

Tra le voci di spesa rilevate c’è un incarico per l’elaborazione del rendiconto 2018, affidato a una ex dipendente: dato che si tratta di attività ordinaria, è stato chiesto di chiarire l’impossibilità di affidare questo compito a un assunto. Nel rendiconto sembrano mancare anche due fatture di 409,90 euro per spese telefoniche e un’altra di 233,63 euro per l’acquisto di buoni pasto. Viene chiesto infine di inviare la «quota obiettivi generali» liquidata ai dipendenti con le assenze dal servizio che hanno inciso sulla quantificazione del fondo.

UNIONE PER IL TRENTINO

Curiosa è la vicenda relativa al furto di uno smartphone. I magistrati intendono verificare per quale motivo non fosse stato restituito al Consiglio regionale – affinché venisse scaricato dall’inventario – considerato che il telefonino sarebbe stato (secondo quanto dichiarato dal gruppo) «danneggiato in modo irreparabile e non più funzionante». Il gruppo dovrà inoltre documentare quali «idonee cautele» venissero adottate per garantire la custodia del cellulare per evitare furti. Un altro approfondimento che la Corte dei conti vuol fare riguarda la «consistenza numerica del personale» impiegato come dipendente del gruppo, l’inquadramento secondo il contratto collettivo provinciale e la data di cessazione dei rapporti lavorativi.

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