Consiglio, il Patt tratta e apre su Kaswalder

di Luisa Maria Patruno

Sembra sbloccarsi l'elezione di Walter Kaswalder alla presidenza del consiglio provinciale. Giorgio Tonini (Pd) e Paolo Ghezzi (Futura 2018) hanno annunciato in aula che parteciperanno al voto, votando scheda bianca.

 

 


 

Ancora senza esito l’elezione del nuovo presidente del Consiglio provinciale di Trento. Come è accaduto martedì scorso, di fronte alla candidatura di Walter Kaswalder le minoranze sono uscite dall’aula facendo saltare il quorum.
Il Consiglio tornerà a votare a partire dalle ore 11.30.

 


Potrebbe aprirsi uno spiraglio oggi per l’elezione di Walter Kaswalder (Autonomisti popolari) a presidente del consiglio provinciale grazie a una disponibilità del Patt emersa ieri per sbloccare la situazione. Le Stelle alpine, che tra le minoranze erano sembrate nei giorni scorsi le più ostili rispetto all’elezione dell’ex compagno di partito, ora si dicono pronte a sedersi intorno a un tavolo, insieme alle altre minoranze, con il governatore Maurizio Fugatti se arriverà un segnale di apertura.

E il segnale in grado di soddisfare il Patt e forse anche le altre forze di opposizione sarebbe la disponibilità della Lega a cedere alle minoranze - nello specifico allo stesso Patt - il secondo posto, oltre al presidente Roberto Paccher in ufficio di presidenza regionale, che mercoledì scorso il Carroccio aveva ricandicato escludendo di poterlo lasciare a un consigliere di opposizione trentino. La poltrona di segretario questore regionale è più ambito di quello analogo nell’ufficio di presidenza provinciale se non altro per l’indennità di carica, visto che nel primo caso si ha diritto a una maggiorazione di 510 euro lordi al mese mentre un questore regionale prende quasi il doppio ovvero 945 euro. Ma al di là del discorso indennità c’è evidentemente anche una questione di rappresentanza politica delle opposizioni nell’ufficio di presidenza regionale dove, secondo lo schema Lega-Svp, ci sarebbe solo un posto per le minoranze altoatesine e nessun posto per quelle trentine.

Il Patt potrebbe quindi entrare in ufficio di presidenza regionale con Michele Dallapiccola o lo stesso Ugo Rossi. Gli autonomisti hanno sempre detto, per resto, di essere disponibili anche ad appoggiare dall’esterno la maggioranza regionale Lega-Svp e per questo hanno anche votato a favore del presidente leghista Roberto Paccher.
A fronte di questo scenario le Stelle alpine, che contano ben quattro consiglieri provinciali, insieme alle altre minoranze potrebbero consentire l’elezione di Kaswalder a presidente del consiglio provinciale.

Resta da capire se tra le minoranze si troverà l’accordo su chi entrerà in ufficio di presidenza provinciale. Ovvero, se oltre al Pd che rivendica la vicepresidenza per Alessandro Olivi, ci sarà posto per Filippo Degasperi (M5s) e Lucia Coppola (Futura 2018). Quest’ultima potrebbe entrare se il Patt ottenuto il posto a livello regionale rinunciasse a quello provinciale. Ma tutto questo si capirà solo questa mattina nell’incontro delle minoranze con il presidente Fugatti.

La maggioranza da sola non ha il numero legale per eleggere il presidente perché conta 21 consiglieri e serve un minimo di 24 consiglieri presenti. Nei giorni scorsi la maggioranza ha provato a convincere i 5 Stelle e Pietro De Godenz (Upt) a non uscire dall’aula rompendo il fronte delle minoranze che la settimana scorsa ha fatto fallire due votazioni, ma per ora non sembrano intenzionati a cedere. Nome alternativo a Kaswalder, se restasse il muro contro muro, è il consigliere Claudio Cia (Agire).

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