«In Trentino strade indecenti e piene di morti» Bufera sul ministro Salvini dopo il tour elettorale

Polemiche dopo la visita di Matteo Salvini in Trentino. Il Ministro dell'Interno, che si è presentato in provincia per sostenere Fugatti ed evidentemente non come figura istituzionale, ha mandato su tutte le furie tanti politici che il Trentino lo stanno governando. «Vi hanno lasciato strade indecenti con morti su morti» ha detto Salvini a Pergine, riferendosi al governo di centrosinistra. Immediate, appunto, le reazioni. Alessio Manica del Pd ha postato su Facebook una serie di foto, che già in passato hanno fatto il giro dei social, dimostrando come le strade in Trentino siano curate, a differenza di Veneto e Lombardia, roccaforti della Lega. 

LA REAZIONE DI UGO ROSSI 

«Non siamo la repubblica dei selfie. Qui la campagna elettorale si fa sulle idee e sulle proposte. È inaccettabile che un ministro della Repubblica venga in Trentino ad offendere la nostra autonomia sparando slogan via Twitter. Testuale, Salvini ha scritto: vi daremo strade più decenti di quelle che vi hanno lasciato piene di morti. Ma come si fa a dire un'assurdità del genere? Io non ci sto». L'ultima «sparata» di Salvini nel suo tour elettorale alla conquista del Trentino non è piaciuta al presidente della Provincia Ugo Rossi. Le critiche, anche aspre, fanno parte della campagna elettorale, ma il tweet di Salvini - che anche grazie a slogan forti, t-shirt e selfie ha costruito la sua rapida ascesa politica - va oltre. «Sono indignato - replica Rossi - e non parlo da presidente o da candidato, ma da cittadino trentino. A Salvini è sfuggito che questa è una terra di gente operosa, che lavora e paga le tasse. In Trentino, è riconosciuto da tutti, i servizi sono di prima qualità. Venire qui con atteggiamenti da rockstar a raccontare che viviamo in un disastro non è quello che mi aspetto da un ministro. Neppure Berlusconi con il suo dito medio era mai arrivato a tanto».
Secondo Rossi i toni della visita di Salvini in Trentino confermano che in caso di vittoria della Lega a dettare la linea non sarà Maurizio Fugatti da Trento, ma Salvini da Roma o Milano. «Salvini, ancora una volta, ha fatto capire chiaramente che il capo è lui e ogni cosa passa da lui. Infatti può permettersi, senza che gli attivisti locali della Lega dicano nulla, di salire su un palco e dire che qui abbiamo strade indecenti e piene di morti. Ma ripeto, questa non è la repubblica dei selfie, la nostra autonomia è altra cosa. Questo vale ora come valeva quando girava Renzi». 
Eppure Salvini un'apertura al Patt l'ha fatta. Il leader della Lega è convinto di stravincere le elezioni in Trentino, in tal caso la maggioranza di centrodestra a trazione leghista sarebbe autosufficiente e pronta a governare. Ma per l'Alto Adige Salvini ha prefigurato altri scenari: una possibile giunta Lega-Svp con la partecipazione del Patt guidato da Rossi che in tal caso sarebbe in corsa per la presidenza del consiglio regionale. Scenari che il presidente della Provincia ha già smentito. «Anche queste dichiarazioni di Salvini - replica Rossi - denotano assoluta mancanza di rispetto e arroganza politica. Io non mi permetterei mai di prefigurare cosa farà i mio competitor alle elezioni. Il ministro Salvini faccia campagna elettorale sui temi concreti e non tiri in ballo questioni che non gli competono».

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