Elezioni: le liste in campo Moviment ladin de Fascia

Una lista che vuole essere al di fuori «degli schieramenti politici» né di destra né di sinistra, autonomista e con l’ambizione di voler portare la voce dei ladini in Consiglio provinciale, senza dover avere legami di partito o di coalizione che riducano la forza delle rivendicazioni per la valle. La lista «Moviment ladin de Fascia» (Movimento ladino di Fassa) è nata, spiega Aurelio Soraruf, presidente del Moviment ladin de Fascia, per dare una voce «il più forte possibile alla valle di Fassa».

«Cerchiamo di portate avanti una lista che sia non di destra né di sinistra e al di fuori degli schieramenti politici. Io ad esempio sono una persona non di sinistra ma non condivido la scelta fatta da Fassa di aggregarsi alla Lega che ha posizioni che sono un problema per l’Autonomia del Trentino». Soraruf porta degli esempi del passato e altri temi legati al presente. «Roberto Calderoli ha tagliato 1,5 miliardi al bilancio pubblico trentino e con i fondi dei Comuni di confine voluti dal governo in cui c’era anche la Lega, il Trentino deve versare 40 milioni di euro e altrettanto deve fare l’Alto Adige. Così si rosicchiano soldi all’autonomia e non so come facciano a convivere Fassa con Fdi e Biancofiore che vedono l’autonomia trentina come fumo negli occhi».
Soraruf sottolinea come «già ad agosto avevo chiesto a Elena Testor di promuovere un movimento unitario per la valle perché all’esterno il rappresentante dei ladini deve avere una voce sola e avere dietro di sè il maggior numero di preferenze e di consenso».

In val di Fassa, sottolinea Soraruf, non c’è egoismo o mancanza di solidarietà: «Qui lavorano migliaia di persone che provengono dall’estero in particolare dall’Est Europa» sottolinea Soraruf. Che si scaglia contro il reddito di cittadinanza: «Se lavorano i 70enni per mandare avanti le imprese e se andiamo a sostenere un governo di Salvini che chiede l’oro alla patria per il reddito di cittadinanza non ci siamo. Abbiamo una situazione di dissesto idrogeologico che in Italia è il peggiore dei mali: invece di dare un sussidio, paghiamo le persone per rimettere in sesto l’Italia. Se pensiamo poi che i centri dell’impiego non funzionano e i canali di ricerca del personale sono completamente diversi campiamo che il reddito di cittadinanza non può funzionare».
Anche sul tema della Marmolada il Moviment ladin de Fascia si propone come la voce a difesa degli interessi della valle.

«Prendiamo la questione Marmolada e i rapporti col Veneto: lei immagina Zaia che viene al tavolo con Fugatti e va via  a mani vuote quando lo stesso Fugatti dice che il Veneto ha ragioni fondate sulla Marmolada? Sono forse quelle degli attentati degli anni ‘70 le ragioni che loro pensano di avere? Perché allora i Comuni di Livinallongo e Cortina che nel confine del 1878 erano con Bolzano Zaia non li lascia andare visto che sulla Marmolada dice che contano i confini del ‘700? Non ci sono ragioni legittime del Veneto». Altro tema è quello delle concessioni idroelettriche: «La diga del Passo Fedaia che manda l’acqua della Marmolada in Veneto è già dato per assodato che è veneta? Voglio vedere Fugatti e Guglielmi che dicono a Zaia che la centrale è trentina. Pensiamo che Fugatti e Salvini facciano gli interessi di Guglielmi? Si può credere alla storia dell’orso...».

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