Elezioni: le liste in campo Patt, «baluardo dell'autonomia»

«Siamo l’unica garanzia per l’autonomia. Lo siamo perché abbiamo una forte capacità di governo con persone in lista che sono amministratori sul territorio. Il rischio in queste elezioni è quello di consegnare il governo del Trentino a una squadra senza esperienza da amministratori, a partire da Fugatti. E di costringere il Trentino e i trentini a subire decisioni prese lontano da Trento». Ugo Rossi, presidente uscente della Provincia e candidato al bis dal Patt, spiega così la ragione per cui il partito autonomista si presenta da solo a queste elezioni. Una posizione da blockfrei che fa del Patt «un baluardo».

Per Rossi le «persone non cadono nel tranello per cui lotta è tra i due poli, perché i poli non esistono più». Il candidato presidente non risparmia un attacco agli ex alleati del centrosinistra. «Io li chiamo sinistra perché c’è il Pd e un’altra lista nuova di quell’area. Questa sinistra non ha nulla di nuovo, è anzi un tuffo nel passato. E di fronte a tale prospettiva, molti di quell’area si rivolgono a noi perché ci riconoscono serietà e coerenza» mette in evidenza Rossi.
Ma quale è un risultato soddisfacente per il Patt? «Contendiamo alla destra il governo dell’autonomia, la contesa è tra noi e loro» sottolinea Rossi.

La lista degli autonomisti si presenta con molte novità e qualche conferma. Dei consiglieri uscenti non ci sono, ad esempio, Chiara Avanzo, Luca Giuliani, Lorenzo Baratter (o Walter Kaswalder che si candida con la propria lista nel centrodestra con Autonomisti Popolari). Non è stato inserito neanche il segretario Franco Panizza, bocciato alle ultime elezioni politiche e che alla fine ha rinunciato a candidarsi. Tra gli uomini di punta, ecco l’assessore uscente all’agricoltura e al turismo Michele Dallapiccola e Lorenzo Ossanna, mentre una speranza di entrare ce l’ha anche Graziano Lozzer. Di peso la candidatura di Alberto Pattini, consigliere comunale a Trento.

Se nel 2013 Rossi era a capo di una coalizione che aveva superato di slancio il 50%, oggi il Patt, dopo l’implosione del centrosinistra autonomista proprio per il no al Rossi-bis, si presenta da solo e prova a conservare quanti più candidati possibili. Nel 2013, oltre a Rossi, aveva portato in consiglio provinciale sette candidati avendo ottenuto il 17,55% e oltre 41.600 voti.

Per cercare di convincere gli elettori, punta su un programma ampio che ha alcune prorità di fondo. Come il consolidamento dei rapporti istituzionali con Bolzano, l’introduzione di nuove forme di democrazia partecipativa e il rafforzamento dell’Euregio. Il Patt chiede poi più competenze per il Trentino, a partire da quelle in materia di agenzie fiscali e di orari di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali. In economia, si punta su politiche innovative che valorizzino la vocazione del territorio e misure selettive volte a sostenere le imprese virtuose che innovano e investono. Infine, su incentivi all’accesso al credito di micro, piccole e medie imprese (anche con strumenti innovativi).

Per la scuola, si insiste sul completamento del piano Trentino trilingue e sul rafforzamento del sistema duale (alternanza scuola/lavoro). Per la famiglia, gli autonomisti vogliono sostenere la natalità (conciliazione famiglia/lavoro; nuovi asili nido o servizi equivalenti con la copertura del 100% dei servizi per la prima infanzia dai 0 ai 3 anni) e rivedere il ticket sanitario e l’assegno familiare per i minori nel primo anno di età.

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