Il Pd ha votato e deciso: no a Ugo Rossi 25-22, sfiduciato il segretario Muzio

Alla fine la decisione è arrivata: riunioni, confronti, rinvii, appelli, prese di posizione, accuse si sono sussegguite dal 4 marzo a questa notte, per poi effettuare la votazione decisiva. E l'esisto, 25 a 22, è stato chiaro: no al Rossi bis, no a Rossi leader della coalizione, sì alla discontinuità e sì, quindi, a Paolo Ghezzi (o Carlo Daldoss?).

Tre voti di differenza che rappresentano anche la fine della coalizione del centrosinistra autonomista, almeno così come era stato concepita: il Patt ha giurato fedeltà a Rossi, il Pd ha detto no a Rossi, l'Upt guarda a Daldoss e ha detto no a Rossi.I tre partiti che hanno guidato il Trentino negli ultimi anni oggi non sono più alleati. Domani, si vedrà, ma oggi di sicuro no.

Una votazione che rappresenta anche una mazzata per i vertici del partito, che in questi mesi hanno provato in ogni modo a salvare il governatore uscente e i rapporti con il Patt: il segretario Muzio, ma anche gli assessori Olivi e Zeni, hanno chiesto anche ieri sera all'assemblea di proseguire in nome della continuità, ma gli appelli sono rimasti inascoltati dalla base, "trascinata" da Alessio Manica, Michele Nicoletti e Sara Ferrari. 

Il Pd del Trentino, quindi, dopo mesi e mesi di immobilismo aspettando le decisioni degli altri, si è schierato: e ora, pur spaccato al proprio interno e, di fatto, senza un segretario, dovrà andare a studiare nuove alleanze. A tracciare la strada per il futuro prossimo ci ha pensato ieri Paolo Ghezzi, che ha incontrato ufficialmente il partito aprendo ai Civici, in nome di una coalizione forte anti-Lega.

LA REAZIONE DI UGO ROSSI 

 

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