L'Upt: «I Civici si decidano e Rossi si faccia da parte»

di Franco Gottardi

Nessuna decisione definitiva ma dal parlamentino dell’Upt di ieri sera due messaggi escono. Uno è rivolto ai sindaci civici, a cui si chiede di uscire allo scoperto e dire cosa vogliono fare da grandi. L’altro è indirizzato al governatore Ugo Rossi, a cui si chiede un «momento di riflessione in più», che nel linguaggio post democristiano significa la disponibilità a farsi da parte.

Al termine di una discussione accesa e partecipata il parlamentino ha condiviso di dare mandato a Vittorio Fravezzi e Gianpiero Passamani, i due portavoce, di riprendere il dialogo con Francesco Valduga e l’area civica, in cui si fa rientrare anche l’assessore Carlo Daldoss, per sondare la loro disponibilità ad allearsi con il centrosinistra autonomista per dare vita a quella che hanno chiamato la nuova Alleanza per il Trentino e per l’Europa.

Nulla di nuovo da questo punto di vista, se non che questa volta è stato posto un termine: entro la settimana si dovrà avere una risposta dai civici, altrimenti addio. Certo il dialogo coi civici rischia fatalmente di incappare nell’altra questione sul tappeto, quella di chi dovrà interpretare il ruolo di leader della rinnovata e ampliata coalizione. E se arrivati a questo punto la questione fosse posta come una pregiudiziale da Valduga potrebbe diventare un problema. Ma l’Upt vuole affrontare una questione per volta e coi civici il mandato è di parlare chiaro: parlare di alleanze a prescindere dai nomi. Anche perché ieri nel dibattito interno non sono mancate le voci di chi ha sottolineato come troppo poco in queste settimane si sia parlato di programmi e di valori e troppo di candidature e nomi.

Se la missione coi civici dovesse andare a buon fine però è logico che di presidenza si dovrà discutere subito a ruota. L’Upt in cerca di identità un nome suo da proporre non sembra in questo momento averlo e nella riunione di ieri il parlamentino non si è sbilanciato. Ma nella volontà di aprirsi e dare un segnale di svolta molti hanno ribadito la necessità anche di cambiare il condottiero. Non è un giudizio negativo nei confronti di Rossi e dei suoi anni di governo ma una questione di opportunità. E dunque l’appello rivolto alle Stelle Alpine è quello di pensarci seriamente, di rimanere in coalizione chiedendo al presidente un passo di lato. Non è una scelta a favore di Paolo Ghezzi, che piace a una parte dell’Upt ma non convince tutto il partito, ma un punticino a suo favore sì.

Il parlamentino di ieri ha segnato anche il rientro in scena di Lorenzo Dellai, ancora claudicante per i postumi della rottura del piatto tibiale del ginocchio rimediata l’aprile scorso sciando a Madonna di Campiglio. Con barba lunga alla Solzenycin (foto Alessio Coser) l’ex deputato si è accomodato in ultima fila. Profilo basso ma ancora voglia di fare politica e dire la propria. Era stato lui un mese fa a sondare la disponibilità di Ghezzi, un seme che potrebbe dare frutti.
Il momento delle scelte dunque l’Upt lo ha rinviato ma non di molto. È probabile che venga convocata per la prossima settimana una nuova riunione del parlamentino, per sentire dai portavoce gli esiti dell’operazione aggancio dei civici. A quel punto anche il momento di decidere sarà maturo.

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