Lega e 5 Stelle anche a Trento? Degasperi: «No, siamo lontani»

di Domenico Sartori

Troppo distanti le visioni di fondo. Inconciliabili i principi guida. Per il consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle, Filippo Degasperi, non si può immaginare che lo scenario romano - la formazione di un governo con la Lega - possa riprodursi in Trentino, scompaginando equilibri e rapporti alle elezioni regionali del prossimo 21 ottobre. In queste ore, però, mentre Luigi Di Maio e Matteo Salvini stanno defininendo un «contratto» simil tedesco per dare un governo al Paese, almeno su alcuni punti, inevitabile chiedersi se e quanto l’inedita alleanza populista-sovranista possa incidere sullo scenario trentino, sconvolto dall’esito elettorale del 4 marzo.

«Staremo a vedere se nei prossimi giorni arriveranno delle direttive. Ma per me il governo che nasce a Roma non inciderà sulle elezioni in Trentino» dice Degasperi.

Perché?

«Perché è un governo di salute pubblica, conseguenza della legge elettorale che ci hanno rifilato, che avrà un’azione circoscritta ai contenuti del contratto. Non è che il 21 ottobre ci si presenta su cinque punti e sul resto si dice vedremo. Con la Lega, in Consiglio, in questi anni c’è stata intesa su alcuni problemi, come la sanità territoriale, e grande distanza su molti altri».

Quali?

«Su temi dell’ambiente, sulla scuola: noi siamo sostenitori della scuola pubblica, la Lega è accondiscente a quella privata, come in Lombardia. Ma anche sulla sanità pubblica, al di là del trovarci d’accordo sulla necessità di più servizi capillari sul territorio, ci sono visioni di diverse: la Lega, come in Veneto e in Lombardia, guarda ai privati. Per non dire dell’autostrada Valdastico, cui noi siamo contrari, e in generale del modello di sviluppo della montagna: loro sono filo impiantisti. O sulla tutela dell’orso e del lupo, cartine di tornasole della tutela ambientale. Nessun pregiudizio, ma abbiamo valori fondamentali diversi».

Vuol dire che il Movimento 5 Stelle farà polo a sé il 21 ottobre...

«Ad oggi, è cosi. È la prospettiva che io sostengo. I consiglierei comunali del Movimento hanno chiesto allo staff di Milano, di Casaleggio, di avere certezze. Ma sono passati venti giorni: nessuna risposta».

Certezza su cosa?

«Sulle regole per le candidature: fa ridere che si parli di deroghe! Le regole le hanno fissate per le elezioni in Lombardia, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Molise. E qui c’è un sistema elettorale diverso. Ma fino ora, siamo nel vuoto: non sappiamo nulla».

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