Pesticidi, nuovo allarme del Comitato val di Non «Molti trattamenti, ridotta la libertà di stare fuori»

di Zenone Sovilla

«Ottavo consiglio di trattamenti... sembra di essere in guerra».

Il commento in Fb alla lista dei pesticidi utilizzati in questi giorni illustra con chiarezza il livello di preoccupazione dei cittadini riuniti nel Comitato per il diritto alla salute in valle di Non (Cds).

«Arriva la primavera - scrive ancora il gruppo - e cominciano i trattamenti chimici nei meleti in Trentino.

Nelle aree frutticole intensive della mela trentina coltivate con il metodo della lotta integrata sono in corso i trattamenti con pesticidi. Conseguentemente si riduce la libera fruibilità del territorio ed il piacere della primavera.

Il Cds offre il servizio di informare sui pesticidi che probabilmente utilizzeranno gli agricoltori in questo periodo. In tal modo si potrà valutare come utilizzare l’ambiente esterno.

Le molecole probabilmente usate sono riportate nella tabella seguente e questa volta si tratta di diradanti in più ripetizioni (3-4): questi prodotti favoriscono l’allungamento del frutto!

Si consiglia attenzione, minimizzare le esposizioni agli atomizzatori e ai campi trattati, soprattutto per bambini, donne in gravidanza e ammalati.

In meno di un mese i tecnici hanno già consigliato oltre dieci trattamenti», commenta allarmato il Comitato noneso, diffondendo la relativa tabella (vedi qui sotto) e invitando la cittadinanza a restare in contatto tramite il profilo Fb (cui inviare consigli e testimonianze).

Segue un nuovo richiamo alle responsabilità dell’ente pubblico, a cominciare dalla Provincia autonoma: «L’assessore all’agricoltura, Michele Dallapiccola, ha vergognosamente respinto la mozione del consigliere M5S Filippo Degasperi di non impiegare i pesticidi neonicotinodi pericolosi per l’uomo, l’ambiente ma soprattutto per le api».

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Il Cds ricorda anche che si può firmare la petizione Ice, Iniziativa cittadini europei per mettere definitivamente al bando in Europa il Glifosate.

«È una raccolta firme ufficiale, quindi vengono richiesti dei dati aggiuntivi rispetto alle solite petizioni. Chi non ha la voglia di firmare per via telematica può contattare il Cds e firmare di mano sua. Importante: portarsi appreso la carta di identità», spiega il Comitato.

A proposito di pesticidi vietati, notizie particolarmente significative giungono dalla vicina provincia di Belluno, che ha risposto alla crescita di vigneti e meleti con l'adozione di regolamenti comunali di polizia rurale nei quali sono proibite tutte le sostanze che recano in etichetta l'indicazione di pericolo per la salute.

L'iniziativa, che punta alla promozioen di un'agricoltura rispettosa di salute e ambiente, era sorta circa tre anni fa da un movimento di cittadini, Terra bellunese, composto anche da agricoltori biologici, agronomi e giuristi, che era andato subito al punto elaborando nel corso di un anno una proposta di regolamento poi sottoposta alla cittadinanza in affollate serate pubbliche e a tutti i Comuni della provincia dolomitica.

Nell'autunno scorso sono arrtivati i primi risultati concreti: il capoluogo Belluno ha adottato il regolamento a fine settembre, poi è arrivata Feltre, seconda città della provincia; quindi Pedavena e negli ultimi giorni anche Ponte nelle Alpi, quarto comune per popolazione. Altre municipalità hanno avviato l'iter per l'adozione dello strumento a tutela dei cittadini e dell'ambiente.

Per tornare al Trentino, il Comitato della val di Non ricorda nella sua nota che l'articolo 32 della Costituzione italiana sancisce il diritto assoluto alla salute, mentre il 41 stabilisce che l’iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e dignità umana.

Ai cittadini, che invita a mobilitarsi e a collaborare, il Cds suggerisce infine di «acquistare cibi prodotti senza l’uso di pesticidi di sintesi, quali quelli certificati biologici o biodinamici; acquistare cibi di stagione e prodotti vicino (a km 0) purché coltivati senza pesticidi di sintesi; chiedere agli agricoltori che non usino pesticidi di sintesi; pretendere cibo di qualità (ovvero biologico o biodinamico) nelle mense scolastiche; pretendere dagli amministratori regole e controlli che tutelino realmente la salute pubblica».

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