Pizzarotti lascia i cinque stelle «Il movimento è cambiato troppo»

Come era ormai previsto, Federico Pizzarotti lascia il M5S, dopo essere stato sospeso in seguito a una vicenda giudiziaria che però è finita archiviata.

Ma la riammissione nel movimento non è scattata e Pizzarotti afferma che nessuno dei vertici ha voluto parlare con lui.

«Sono sempre stato un uomo libero, da uomo libero non posso che uscire da questo Movimento 5 Stelle, da quello che è diventato oggi e che non è più quello che era quando è nato».

Lo ha annunciato poco fa in conferenza stampa il sindaco di Parma.

«Non sono cambiato io, o i nostri ideali, è cambiato il M5s. È mancata la coscienza critica, l’ho esercitata solo io, e quindi vengo visto come disturbatore. In tante parti d’Italia siamo stati consumati da arrivisti ignoranti che non sanno cosa vuol dire amministrare: vogliamo governare e poi non si dialoga con nessuno. Questo non vuol dire governare», ha aggiunto.

«C’erano parlamentari del Movimento 5 Stelle che parlavano con me, ma poi avevano paura a farsi fare anche solo una foto insieme a me: ma se avete paura di così poco, non potete certo rappresentare un cambiamento». Lo ha raccontato il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, per parlare del clima che c’è dentro il Movimento 5 Stelle «Ho visto valorizzare - ha detto - i fan più sfegatati, persone che non danno mai torto. Io non ho accettato di aver paura. Io sono stato tacciato di voler rovinare il movimento, ma serpeggia questa paura».

A proposito di parlamentari, da Napoli interviene Roberto Fico, membro del direttorio e presidente della commissione di vigilanza Rai: «Dopo il post dei giorni scorsi un po' me l’aspettavo. Vi sono rapporti difficili andati avanti per anni - ha sottolineato - sono sempre stati un po' complicati anche sui contenuti. Ora parleranno Federico Pizzarotti e Beppe Grillo, che è il garante del Movimento».

A proposito di Grillo, Pizzarotti oggi ha osservato: «Io non credo nei partiti personali, non credo che ci sia il salvatore della patria, non lo può fare Renzi, Salvini, Berlusconi, non lo può fare nemmeno Grillo: è una sconfitta avere un capo politico, poi ci può essere persona rappresentativa, ma da soli non si va da nessuna parte.

La parola movimento - ha aggiunto - è giusta perché è orizzontale. Si ha sempre avuto paura di darsi un’organizzazione, che non vuol dire una struttura verticistica, ma sapere chi chiamare quando devi fare qualcosa senza che nessuno si offenda. Sette anni fa a Firenze e al teatro Smeraldo ci si incontrava e ci si guardava in faccia, poi non lo si è più fatto. Forse per paura di togliere potere alla Casaleggio? Ma noi dobbiamo far crescere la Casaleggio o il movimento?».

Ho preso questa decisione con grande sofferenza: il nostro rimanere dentro era provare a direzionare l’auto in corsa. La grande domanda che ci siamo sempre fatti è: ma tu puoi cambiare più cose da dentro o da fuori? Io dopo tre anni non sono riuscito a cambiare le cose».

Pizzarotti parla anche di colpa dei «talebani» a causa dei quali in questi anni «il movimento 5 Stelle ha perso tante persone che avrebbero potuto dare un contributo».

Pizzarotti ha fatto il caso di Andrea Defranceschi, ex consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, espulso per un’inchiesta dalla quale è stato poi completamente prosciolto.

«È stato assolto - ha detto il sindaco - con giudizio di essere un buon amministratore, ma era inviso al vassallo, all’emissario in Emilia-Romagna (il riferimento è al consigliere comunale bolognese Massimo Bugani, ndr).

Il suo lavoro è andato perso e nessuno degli attuali consiglieri regionali, che hanno faide interne tra di loro, ha voluto ascoltarlo. Sarebbe stato il miglior candidato alla presidenza della Regione, ma è stato isolato e abbandonato da tutti. E come lui quante persone abbiamo perso, persone che quando avevamo percentuali da prefisso telefonico facevano i banchetti. Sono stati abbandonati dai talebani, persone oltranziste che giustificano tutto e il contrario di tutto per il solo fatto di leggerlo sul blog».

Pizzarotti stamattina ha parlato anche del referendum costituzionale: «Io sono assolutamente per il no e, quando ci avvicineremo alla data, nel mio piccolo farò campagna elettorale. Le frasi che dicono Renzi e i sostenitori del sì - ha detto - sono irresponsabili, c’è un problema di credibilità delle forze politiche a livello europeo e noi ci guardiamo l’ombelico.

Sulla riforma l’articolo che vorrebbe superare il bicameralismo è delirante, per avere governabilità bastava cambiare la legge elettorale, bastava far votare direttamente. Non bisogna fare le norme pensando a se stessi, ma alle future generazioni e agli altri».

 

comments powered by Disqus