Il consiglio impugna la legge di stabilità

Via libera del Consiglio provinciale di Trento all’impugnativa contro la legge di stabilità con 32 sì e un’astensione.

Il governatore, Ugo Rossi, ha presentato i motivi del ricorso, «contro norme - ha detto - che pur richiamandosi al Patto di garanzia, nel dettagli, sotto l’aspetto finanziario, vanno a incidere sia sulla sanità che la dirigenza pubblica limitando gli spazi di autonomia della Provincia autonoma.

Spetta a noi - ha aggiunto - realizzare i risparmi e riorganizzare la spesa dei comuni. Nei ministeri rimangono le abitudini inveterate che dimenticano la nostra situazione e il nostro concorso al risanamento dei conti dello Stato. Ecco perché c’è la necessità di un’impugnativa. Anche Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Bolzano sono sulla stessa linea.

Sono intervenuti, dichiarando l’intenzione di votare a favore dell’impugnativa, Maurizio Fugatti (Lega Nord), Giacomo Bezzi (Fi), Rodolfo Borga (Civica Trentina), Nerio Giovanazzi (At), Massimo Fasanelli (Misto), Marino Simoni (Pt), Claudio Civettini (Civica Trentina), mentre Filippo Degasperi (M5s) ha annunciato la sua astensione, dichiarando: «Preoccupa il clima centralista che riguarda anche il Patto di garanzia e preoccupa anche l’atteggiamento dei parlamentari che vogliono fare bella figura due volte: a Roma con Renzi e a Trento difendendo a parole l’Autonomia. La maggior parte dei ricorsi - ha aggiunto - sono stati ritirati, come quello sul rientro dei capitali che è costato alla Provincia autonoma 20 milioni di euro, cosa che non ha fatto la Sicilia».

Parlando dell’Europa, ha criticato la scelta di dare il premio De Gasperi a Draghi, «uno dei fautori di un’Unione europea fermamente contraria alle autonomie».

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