Alla Camera la mozione di sfiducia al ministro Boschi

Si è aperta poco fa alla Camera dei deputati la discussione sulla mozione di sfiDucia individuale presentata dal movimento Cinque stelle nei riguardi del ministro Maria Elena Boschi per conflitto d'interessi in relazione alle vicende della Banca d'Etruria, una delle quattro «salvate» dal decreto del governo, nella quale il papà dell'epsonente del'esecutibo, Pier Luigi, figura fra i dirigenti.

In apertura l'illustrazione della mozione, nella quale il M5S afferma che la posizione del ministro, a fronte del coinvolgimento di tre famigliari nelle vicende della banca (oltre al padre, il fratello ex manager della medesima banca e la nuora anche lei dipendente dell'istituto), dovrebbe indurre a un «passo indietro». Secondo il movimento Cinque stelle si può parla di un caso di «banca di famiglia», il che renderebbe evidente l'incompatibilità con la presenza nel governo.

Ma la mozione descrive anche uno scenario più ampio di intrecci fra un certo mondo bancario e l'ambiente governativo renziano.

Difesa su tutta la linea, invece, da parte del Pd, che fa quadrato attorno alla giovane ministra toscana, protagonista fra l'altro delle accelerazioni del'liter delle riforme istituzionali, con l'abolizione del Senato elettivo, tanto contestate dalle opposizioni.

Il ministro è intervenuto dopo la discussione geenrale e ha sostenuto che gli atti contestati al governo hanno danneggiato e non favorito suo padre (del quale si è detto orgogliosa), così come la sua famiglia. «Mio padre è stato commissariato dal governo nel suo ruolo di vicepresidente, così come gli altri dirigenti; ed è stato sanzionato da Vanca d'Italia, così come gli altri componenti del direttivo. Inesistente anche l'ipotesi su eventuali plusvalenze, che non ci sono state, le azioni sono state azzerate», ha detto il ministro, facendo riferimento anche al piccolo pacchetto di titoli della banca di cui era proprietaria. «Chi ha sbagliato pagherà, ma qui non c'è stato alcun favoritismo», ha insistito Boschi fra gli applausi del gruppo Pd.

Oggi a votare contro la Boschi saranno M5S, Lega e Sinistra italiana mentre Fi non parteciperà al voto per non mostrare le crepe interne.

«A differenza di altri casi, come Cancellieri e Lupi - spiega la dirigenza Pd - per Maria Elena Boschi non c'è niente, né un orologio né un'intercettazione. È tutta una strumentalizzazione politica contro il governo che finirà in niente».

A colpire, poi, la maggioranza è l'attacco che arriva da sinistra. «Da giorni avevamo chiesto chiarimenti al ministro e non sono arrivati e poi le misure decise dal governo sono largamente insufficienti», è la motivazione del capogruppo Si Arturo Scotto a favore della sfiducia.

Il movimento Cinque stelle annuncia poi che la mozione di sfiducia sarà presentata anche al Senato «pur nella convinzione che, in realtà, il ministro dovrebbe dimostrare un minimo di rispetto nei confronti degli oltre 10mila risparmiatori truffati e fare un passo indietro dimettendosi».

ECCO IL TESTO DELLA MOZIONE DI SFIDUCIA

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