Accordo per le primarie, in rivolta la base del Pd trentino

«Provvederò a convocare i sindaci di Trento, Rovereto e Riva del Garda per condividere con loro il percorso da seguire per la loro riconferma a sindaco». Lo scrive Giulia Robol in un comunicato diramato per cercare di frenare la bufera scatenata nel Pd, sul territorio e tra i circoli locali, dalla notizia dell’accordo sottoscritto dalla segretaria con i vertici di Upt e Patt. Un accordo che gli alleati dei democratici hanno preso molto sul serio e che considerano vincolante per sciogliere i nodi più intricati in alcuni comuni dove si voterà la prossima primavera cercando di tenere assieme la coalizione di centrosinistra autonomista.

Il documento prevede che, dopo i passaggi sulla condivisione dei programmi, laddove non si riesce a condividere la scelta di un candidato si facciano entro la metà di febbraio le primarie. Una scelta che avrebbe dovuto risolvere i casi più complicati, come quello di Rovereto dove parte dell’Upt non vuole confermare il pidino Miorandi, ma rispetto alla quale ora Giulia Robol fa un passo indietro. «Quello è solo un documento d’intenti - dice - un ragionamento fatto tra segretari per rinforzare la coalizione ma non c’è scritto da nessuna parte che le primarie sono un obbligo. Possono al massimo essere prese in considerazione dove i territori le propongono.


Non possiamo certo imporle». Non è detto insomma che Rovereto le accetti e la segretaria sottolinea anche come non se ne sia mai parlato per Riva del Garda, spiegando che anche lì si deve partire dalla conferma del sindaco uscente. «I sindaci al primo mandato vanno confermati, devono esserci motivazioni molto valide per cambiare questa regola» sottolinea.


Franco Panizza conferma la volontà di lasciare mano libera ai territori ma avverte: «Dove ci sono difficoltà o non c’è la coalizione si rischia di finire come a Pergine due anni fa». Cioè di lasciare il passo alle Civiche o all’opposizione.
«A Rovereto - ricorda il segretario del Patt - l’altra volta Miorandi aveva vinto per 200 voti. Stavolta senza un pezzo di Upt rischia di perdere e le primarie non sono l’ultima spiaggia ma un modo per stare assieme e salvarlo, rafforzando il senso della coalizione e dunque anche dell’autonomia». Panizza fa anche l’esempio di Cles, dove oggi Upt e Patt sono all’opposizione e dunque non possono accettare di passare con la Flaim come niente fosse.
«Se il Pd vuole salvarla si vada alle primarie». Mentre a Ledro, dove il sindaco uscente Brigà è autonomista e l’Unione è finora all’opposizione, il Patt si dice disponibile ad accettarle: «Noi non poniamo pregiudiziali».

Il Pd da parte sua si confronterà sul tema in assemblea provinciale il 12 dicembre.

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