Morto di peste bubbonica in Cina, un intero paese messo in isolamento

Le autorità della regione cinese della Mongolia Interna hanno posto in isolamento un intero villaggio dopo la morte, ieri, di un residente provocata dalla peste bubbonica, il secondo caso in meno di un mese.

Il decesso è stato comunicato alle autorità di Baotou domenica scorsa e la conferma della diagnosi è giunta giovedì, ha reso noto la Commissione sanitaria del Comune di Baotou, scrive la Cnn online, aggiungendo che le autorità hanno quindi isolato il villaggio di Suji Xincun, dove viveva la vittima.

La commissione sanitaria di Baotou ha affermato che il paziente morto per insufficienza circolatoria ha contratto una «peste di tipo intestinale», che si manifesta con sintomi come diarrea, forte dolore addominale e febbre alta, secondo le linee guida emesse Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, scrive a sua volta il South China Morning post.
A metà luglio un ragazzo di 15 anni è morto di peste bubbonica nella stessa regione, dopo aver mangiato una marmotta.

La morte è avvenuta all’interno di una zona in quarantena della provincia di Gobi-Altai nella Mongolia occidentale, secondo quanto hanno reso noto i funzionari sanitari locali. Anche altri due adolescenti hanno mangiato parti della stessa marmotta, ma le loro condizioni non sono note.
I casi di peste non sono rari in Cina. Tra il 2009 e il 2018, ne sono stati segnalati 26, e 11 decessi. Ma non solo in Cina. La stessa Cnn riferisce oggi che un uomo del New Mexico è morto di peste setticemica, secondo caso del genere nello stato quest’anno.
La peste bubbonica, nota come «peste nera» nel Medioevo, è una malattia batterica altamente contagiosa e spesso fatale che si diffonde principalmente dai roditori. Ai giorni nostri tuttavia se diagnosticata tempestivamente, un pronto e corretto trattamento con la somministrazione di antibiotici può portare, nella maggioranza dei casi, ad una evoluzione positiva.

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