La Polonia non cambia: dopo un testa a testa vince il populista Duda

Il presidente polacco Andrzej Duda ha vinto le elezioni, superando l'avversario Ralaf Trzaskowski: è quanto emerge dai risultati ufficiali a spoglio quasi ultimato.

Duda ha conquistato il 51,21% dei voti mentre Rafal Trzaskowski ha ottenuto il 48,79%, ha reso noto la commissione elettorale nazionale, con lo spoglio arrivato al 99,7%.

Il presidente uscente, studi giuridici alle spalle, sposato con una figlia, è un populista cresciuto nell’entourage dei Kaczynski e oggi punta sui valori tradizionali e sull’orgoglio nazionale dei polacchi.

Trzaskowski, due figli, è invece un europeista convinto, che nella tolleranza verso l’altro e nel rispetto delle minoranze vede le vere chance per lo sviluppo di una piena democrazia nel suo Paese.

Duda era sostenuto dal partito conservatore Diritto e giustizia (Pis) del leader Jaroslaw Kaczynski, nonché dal governo del premier Mateusz Morawiecki; il sindaco di Varsavia, che ha iniziato la sua esperienza politica nel consiglio comunale della città 12 anni fa, e poi è stato eurodeputato e viceministro degli Esteri, era appoggiato dalla Coalizione civica, il maggior partito d’opposizione, e dai governi locali, che vedono in lui l’ultima possibilità di salvare la Polonia dai tentativi del Pis di accentrare il potere.

Per sostenere Duda è stato messo in moto l’intero apparato dello Stato: i comizi, oltre che da lui, sono stati organizzati anche da diversi membri del governo, che nel frattempo ha sospeso le sedute (l’ultima si è tenuta il 16 giugno); i media pubblici sono diventati centrali per la propaganda elettorale di Duda. «La nostra scelta è fra un’ideologia di estrema sinistra da un lato, la famiglia e il patriottismo dall’altro», ha annunciato due giorni fa il principale telegiornale della tv polacca, Tvp. E sabato scorso, in pieno silenzio elettorale imposto dalla legge, ogni elettore ha ricevuto un messaggio governativo via sms in cui si ricordava che anche gli ultrasessantenni e le donne in gravidanza avrebbero potuto votare, senza dover fare la fila.

Stando ai sondaggi, Duda risultava più popolare fra gli anziani, che però al primo turno, a causa del coronavirus, sono rimasti a casa; solo in pochi si sono avvalsi del voto per corrispondenza. «Ma ora non servono più le mascherine», ha dichiarato il premier in un recente comizio per spingere la gente ad andare ai seggi sebbene il virus non demorda affatto (solo oggi i nuovi contagiati nel Paese sono stati 370).

A favore del presidente uscente si è schierata anche la chiesa: l’arcivescovo di Cracovia Marek Jedraszewski ha lanciato un appello affinché i fedeli scegliessero il candidato «che segue i valori cristiani», mentre Radio Maryja ha intervistato il leader del Pis, che ha sollevato lo spauracchio di una possibile apertura all’eutanasia nel caso in cui avesse vinto Trzaskowski.

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