Sciopero per il clima con Greta, milioni di ragazzi in piazza in tutto il mondo

«Insieme stiamo cambiando il mondo. Questo è un momento di svolta». Greta Thunberg esulta: in strada in tutto il mondo sono scesi ieri milioni di studenti, ma non solo loro. La risposta alla chiamata del «Fridays for Future», lo sciopero di protesta contro l’inazione sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici, è stata massiccia in ogni angolo del Pianeta: da Londra a Islamabad, da Berlino a Sidney. Persino a Kabul, con il corteo in marcia dietro a un blindato e scortato dai militari: forse l’immagine simbolo di una giornata di grande speranza per un’intera generazione.

Per le strade di New York, dove si trova la giovane attivista svedese divenuta leader del movimento che si batte contro il climate change, a marciare è stata una marea impressionante di giovani di tutte le età, con le scuole della Grande Mela che hanno dato il permesso a oltre un milione di alunni di lasciare per un giorno le lezioni in anticipo. Qui la marcia è partita da Foley Square, a due passi dalla City Hall dove il primo cittadino Bill de Blasio ha diffuso una dichiarazione congiunta con i sindaci di Londra, Parigi, Los Angeles e Copenaghen: «Quando la tua casa è in fiamme, qualcuno deve suonare l’allarme. I giovani nelle nostre città, mostrando incredibile maturità e dignità, stanno facendo la cosa giusta».

Lo stato d’animo di una generazione che non ci sta ad ipotecare il proprio futuro traspare dalla marea di striscioni, cartelli improvvisati, bandiere, che hanno invaso le strade di centinaia e centinaia di città in decine di Paesi: «Salviamo il Mondo», «Vogliamo acqua e aria pulite», «Non c’è un Planet B», «La Terra è una», «Svegliatevi!». Gli slogan si sono ripetuti ovunque e suonavano come un monito rivolto ai governi e ai leader mondiali che lunedì si ritroveranno al summit sul clima organizzato al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. «I cambiamenti climatici minacciano la pace nel mondo», è stato il suo grido di allarme. «È una corsa contro il tempo, è necessaria un’azione urgente se vogliamo vincere questa sfida. E dobbiamo farlo. Milioni di persone in tutto il globo lo chiedono».

La sfida più amara è quella che viene lanciata da Emma Linn, 18 anni, considerata la Greta canadese: «No Future No Children», la sua campagna a cui stanno aderendo migliaia di giovani in tutto il mondo per dire che senza una vera svolta sul climate change non metteranno mai al mondo dei figli. Rinunceranno ad avere una famiglia, loro malgrado, se i leader del mondo continueranno a restare sordi agli appelli della scienza per azzerare al più presto le emissioni di carbonio.

Ma Donald Trump, uno dei principali bersagli dei manifestanti, reo di aver fatto carta straccia dell’accordo di Parigi e noto per il suo scetticismo sull’impatto delle attività umane sul clima, sembra determinato a snobbare anche il summit sul clima dell’Onu. Secondo quanto trapela infatti, il presidente americano lunedì sarà al Palazzo di Vetro, ma per partecipare a un incontro sulla libertà religiosa. E pazienza se all’atteso vertice dovrebbero presenziare leader come il britannico Boris Johnson, l’italiano Giuseppe Conte, il francese Emmanuel Macron o l’indiano Narendra Modi.

Attesa all’assemblea generale delle Nazioni Unite anche Angela Merkel, il cui governo ha appena varato un piano da decine di miliardi di euro per aggredire la crisi del climate change, con un pacchetto di misure che cominceranno ad entrare in vigore dal 2021.

In Italia (e anche in Trentino) lo sciopero per il clima si terrà venerdì prossimo, 27 settembre.

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