Un sussulto spazio-temporale crea onda gravitazionale registrata sulla Terra il 14

Un altro "brivido" dalle profondità dell’Universo. Un nuovo sussulto dello spazio-tempo che riecheggia fino alla Terra, probabilmente per raccontare una catastrofe cosmica mai vista prima: è l’inedita onda gravitazionale che è stata captata alla vigilia di Ferragosto dai rivelatori della collaborazione internazionale Ligo-Virgo.
Il suo segnale è giunto così forte e chiaro da far partire nel cuore della notte un messaggio di allerta che ha reso incandescenti i telefonini degli astrofisici di mezzo mondo. Da allora stanno vagliando febbrilmente enormi moli di dati per capire se quello che è stato intercettato è davvero il ‘latitantè numero uno che inseguivano da tempo, ovvero il segnale di una stella di neutroni divorata in un solo boccone da un buco nero.

Questo evento è infatti il più atteso, dopo che i rivelatori hanno registrato l’onda gravitazionale generata dalla fusione di due buchi neri e quella provocata dalla fusione di due stelle di neutroni. Due scoperte sensazionali che sono arrivate il 14 e il 17 agosto 2017, a conferma che la settimana di Ferragosto è l’ideale per aspettare la giusta onda, gravitazionale s’intende.
La storia si sta ripetendo anche questa estate, a meno di quattro mesi dalla riaccensione dei tre rivelatori di onde gravitazionali posti sulle due sponde dell’Atlantico: Virgo, l’interferometro pisano dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo Ego (a cui l’Italia partecipa con l’Istituto nazionale di fisica nucleare, Infn), e le due macchine del rivelatore statunitense Ligo della National Science Foundation, una nello Stato di Washington e l’altra in Louisiana. Sono loro che all’unisono, lo scorso 14 agosto, hanno intercettato il nuovo segnale denominato S190814bv. «È arrivato quando in Italia erano le 23:11», racconta all’ANSA Giovanni Prodi, fisico dell’Università di Trento associato all’Infn, nonchè coordinatore dell’analisi dei dati di Virgo.

«Quella notte abbiamo festeggiato il Ferragosto con due ore di teleconferenza, avevamo capito subito che si trattava di una cosa grossa!». I dati, infatti, provenivano da tutti e tre i rivelatori, che insieme hanno permesso di fare una sorta di triangolazione per inquadrare con maggior precisione la zona di cielo dalla quale è arrivato il segnale: localizzato a quasi 900 anni luce da noi, è talmente nitido che «la probabilità che si tratti di un’onda gravitazionale genuina è superiore al 99%», sottolinea Prodi con voce euforica. «Le analisi condotte nelle prime 12 ore fanno intendere che ci troviamo davanti a una stella di neutroni ingoiata da un buco nero: se confermato, questo sarebbe il segnale che inseguiamo da tempo, perchè finora avevamo registrato solo segnali della fusione di due buchi neri o di due stelle di neutroni. Sarebbe dunque la prima ‘coppia mistà che potrebbe rivelarci quanto è frequente questo genere di sistema binario, fornendo preziose informazioni anche sulla materia e il comportamento delle stelle di neutroni, che sono oggetti estremamente densi e compatti. Per avere una risposta serviranno ancora molte settimane di analisi dei dati, ma siamo convinti di poter ottenere risultati scientifici molto importanti».

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