Ryanair, ecco la lista dei voli cancellati Causa del caos organizzativo la fuga dei piloti da condizioni di lavoro dure

Settecentodue voli sono stati cancellati solo in Italia.

In tutta Europa più di 400.000 viaggiatori sono alla disperata ricerca di un nuovo volo dopo che un’ineffabile e-mail gli ha annunciato la cancellazione del viaggio appena il giorno prima.

Settecento piloti in fuga da una compagnia aerea, senza rappresentanze sindacali, senza contratto collettivo e che chiede al personale di bordo di fare pure il piazzista.

Questa la scena del disastro Ryanair.

Poco male, il titolo tiene. Sulla piazza d’affari di Dublino il titolo della compagnia aerea low cost oggi ha ripreso le perdite di ieri e ha chiuso persino in rialzo, sfiorando i 20 euro. Ci riuscirà anche domani? Ryanair ha fatto sapere che le cancellazioni sono state necessarie per un problema di ferie mal organizzate e che tutto si aggiusterà a novembre.

Ma la voce sempre più insistente è che il vero problema sia la fuga continua di piloti e assistenti di volo verso compagnie, anche low cost, che offrono contratti e condizioni di lavoro meno massacranti.

La Filt Cgil chiede al Ministero dei Trasporti e all’Enac in una lettera una «efficace ed immediata verifica» delle «reali cause che stanno portando alla cancellazione» dei voli. «Risulta poco credibile che Ryanair si accorga d’improvviso che debba porre, senza alcun ritardo, in ferie parte del proprio personale. La stessa dizione di ferie ci appare surreale» afferma il sindacato.

Dura la presa di posizione del ministro dei trasporti Graziano Delrio: «Non si fanno sconti a nessuno. Il passeggero è un cittadino che ha i suoi diritti, tutelati dalla legge. E quindi se Ryanair li ha violati, ne pagherà le conseguenze» ha detto.

Per arginare un disastro che potrebbe pesare sui conti fino a 35 milioni in rimborsi, Ryanair - secondo la stampa irlandese - avrebbe appena offerto un bonus da 12.000 euro ai piloti e un bonus da 6.000 euro al personale navigante se rinunciano a parte delle ferie.

Per il momento tutti i voli cancellati pubblicati sul sito Ryanair restano confermati. Scorrendo la lista si scopre che l’Italia è in testa (702 voli su un totale di 2.100), oggi la situazione è relativamente calma ma il grosso delle cancellazioni saranno dal 25 settembre, quando saranno soppressi dai 14 al 20 voli al giorno concentrati soprattutto sugli scali di Roma e Milano, gli scali nevralgici del paese.

Dei 702 voli ben 279 riguarderanno l’aeroporto di Milano-Orio al Serio, 246 Roma-Fiumicino e 91 Roma-Ciampino.
Mentre le organizzazioni dei consumatori scaldano i motori per eventuali class action i sindacati avvertono: attenzione ad Alitalia. Ryanair è infatti uno dei più agguerriti competitor nella corsa per l’acquisizione dell’ex compagnia di bandiera andata in fallimento. «Quel che sta causando Ryanair deve essere un monito anche per i Commissari Straordinari di Alitalia e per il Governo, quando dovranno essere valutate le offerte di acquisto» dice il Segretario generale di Uiltrasporti Claudio Tarlazzi. «Alitalia - dice - ha bisogno di investitori seri che sviluppino l’azienda nel rispetto del lavoro e dei passeggeri che servono».


TESTIMONIANZA: «Alla Ryanair circa il 70% dei piloti sono interinali a cottimo»

«Alla Ryanair circa il 70% della forza lavoro piloti lavora a cottimo, non è assunta dalla compagnia ma tramite agenzie interinali, inglesi o italiane, e lavorano per ore di volo. Non hanno uno stipendio base, non hanno ferie pagate, non hanno la tredicesima, non hanno la malattia pagata».

Lo racconta un ex pilota Ryanair, che chiede l’anonimato e che oggi lavora in un’altra compagnia, aggiungendo che «l’altro 30% è invece assunto da Ryanair» ma «con un contratto irlandese, nonostante vivano e lavorino in Italia».

In Ryanair «di fatto non ci sono sindacati», sottolinea l’ex dipendente della compagnia. «L’iscrizione ai sindacati è libera ma loro (la società ndr) non lo considerano, non ci parlano, non negoziano. Si applica la legge irlandese».

E in Irlanda, spiega, «le leggi sono tali da favorire le aziende, non i sindacati, quindi Ryanair si può permettere di evitare anche i sindacati irlandesi e il gioco è fatto».

La low cost di Dublino «utilizza i vantaggi del sistema irlandese, però lavorando in Italia. In Francia non lo fanno più perchè li hanno cacciati», afferma il pilota, spiegando poi che alla Ryanair «normalmente si fanno cinque giorni di lavoro e quattro di riposo e questi quattro giorni di riposo non sono pagati al 70% dei piloti».

Chi lavora a cottimo è un interinale «ma non è assunto da una società interinale, come avviene in Italia», sottolinea. E spiega che vengono utilizzati meccanismi, come la creazione di srl da parte dei piloti: in pratica il pilota è «imprenditore di se stesso».

Sugli stipendi, l’ex pilota Ryanair sostiene che un comandante della compagnia, dopo aver pagato le tasse, porta a casa 6-7 mila euro. «Ma questo comandante, che vive e lavora in Italia, ha una Srl in Irlanda che però opera in Italia».

Si tratta di «un’attività regolamentata in Italia, quindi c’e un rischio d’impresa nel quale il comandante o il pilota si prende una responsabilità».
Anche di tipo fiscale, spiega il pilota, che aggiunge: «Queste persone non volano tranquille. L’agenzia delle entrate, in Italia, Germania e altri Paesi, sta facendo dei controlli sui piloti e dunque c’è un rischio», avverte.

«Con questo tipo di condizioni di lavoro, un pilota Ryanair appena acquisisce un po’ di esperienza cerca di andarsene» e «centinaia di piloti se ne stanno andando ora che il mercato si è un po’ aperto», racconta.

«Compagnie come Easyjet, Vueling, Norwegian, che operano in Italia, offrono contratti italiani con stipendio base, ferie pagate, tredicesima, malattia pagata: tutto ciò che Ryanair non dà», conclude.

LA LISTA COMPLETA DEI VOLI CANCELLATI

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