Parigi, un anno fa gli attentati Oggi Sting riapre il Bataclan

Erano le 21.30, era il finire di una bellissima giornata d'autunno e qualcosa a Parigi cambiò per sempre. Arrivò in pochi minuti la morte più inattesa, quella che ti coglie mentre bevi una birra al tavolino del bistrot, mentre salti e ti scateni a un concerto rock e i colpi non sono quelli della batteria ma di un kalashnikov che ti spara addosso. Morirono in 130 la sera di venerdì 13 novembre.
Fra loro anche la giovane ricercatrice veneziana Valeria Solesin, che si era laureata a Trento in sociologia e che era la fidanzata di un ragazzo di Dro, Andrea Ravagnani, che ha vissutp accanto a lei i terribili momenti dentro al Bataclan. In ricordo di Valeria, un anno dopo, è stato organizzato anche un convegno all'Università di venezia.

Quella ferita sanguina ancora, i francesi non dimenticheranno mai quella partita interrotta dalle esplosioni allo Stade de France, il sangue che colava dai marciapiedi, fra i tavolini della Belle Equipe, del Carillon, del Petit Cambodge, della Bonne Biere, di Casa Nostra, del Comptoir Voltaire.

E negli occhi rimarranno le immaigini della carneficina al Bataclan. È stato l'11 settembre della Francia, atterrita, ancora sotto shock, ancora alla ricerca di tutti gli assassini e di tutti gli errori commessi. Ma la voglia di voltare pagina e ripartire è traboccante, il Paese non vuole più - come hanno ripetuto Francois Hollande e Manuel Valls - «continuare a piangere i suoi morti».

C'è uno stato d'emergenza in vigore a ricordare quella serata tragica, ci sono le inchieste in corso tra Francia e Belgio, e l'unico esecutore materiale ancora in vita, il fuggiasco Salah Abdeslam, murato vivo in una cella del carcere di massima sicurezza di Fleury-Merogis. Stasera si fermano per un minuto i protagonisti di Francia-Svezia, ma poi riprenderanno a correre; e al Bataclan, i proprietari hanno voluto che un grande concerto di Sting, a dare il via alla nuova stagione.

E domani, domenica, mentre si scopriranno targhe e si elencheranno i nomi di tante persone uccise, soprattutto giovani e giovanissimi, al Canal Saint-Martin, luogo di ritrovo «cult» dei ragazzi parigini, si accenderanno migliaia di lanterne. Una candela, dalle finestre di tutte le case di Francia, dovrà essere il simbolo del ricordo e della vita che riprende.

«In occasione della riapertura del Bataclan abbiamo due importanti compiti da assolvere. Primo, ricordare e onorare quelli che hanno perso la vita nell'attacco di un anno fa, e secondo celebrare la vita e la musica che questo storico teatro rappresenta. Nel fare questo, speriamo di rispettare la memoria ma anche l'amore per la vita di quelli che sono caduti. Non dobbiamo mai dimenticarli», spiegaì Sting sul senso della sua esibizione a Parigi.

Un evento molto atteso e denso di significati, il cui intero ricavato andrà a Life For Paris e 13 Novembre: Fraternité Verité.

Dal vivo Sting proporrà alcuni brani del suo nuovo lavoro "57th & 9th", uscito ieri.

L'album - che segna il ritorno al rock del cantautore inglese - è nato in modo impulsivo, con sessioni chiuse in poche settimane: «È avvenuto tutto in modo molto veloce, molto spontaneo - racconta Sting - la mia idea è di cercare sempre di sorprendermi e sorprendere le persone con cui lavoro e, spero, gli ascoltatori».

L'album, prodotto da Martin Kierszenbaum, prende il nome dall'angolo della strada di Manhattan che Sting percorre tutti i giorni mentre va in Studio a Hell's Kitchen (dove il disco è stato registrato). Sting ha osservato che se c'è un tema nei testi è l'idea del viaggio e del movimento.

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