Cene e passeggiate notturne nella prima serata della Sardegna zona bianca

Ieri sera si è respirata la normalità "post-pandemica" in molti centri della Sardegna: ristoranti aperti, vie affollate, cene e saluti calorosi, ma sempre con attenzione e mascherina.

È l'effetto zona bianca.

Ristoranti aperti fino alle 23, bar e pub fino alle 21 e coprifuoco che slitta dalle 22 alle 23.30 fino alle 5 del mattino.

Sono le misure principali in vigore da ieri fino al 15 marzo in Sardegna (escluse le zone interdette con ordinanze dei sindaci), prima Regione d'Italia passata in zona bianca, e previste nell'ordinanza adottata dal governatore Christian Solinas.

Con successive ordinanze, quindi dalla settimana prossima - e in relazione all'andamento degli indicatori epidemiologici valutati dopo queste riaperture d'intesa con il tavolo composto da ministero, Iss e Regione - potranno essere riaperti anche palestre, centri commerciali nei weekend, musei e luoghi della cultura. Restano in piedi tutte le prescrizioni per far fronte all'emergenza Covid-19, e cioè il divieto di qualsiasi forma di assembramento e l'obbligo di indossare le mascherine.

"Finalmente, attendevamo questo giorno con impazienza - commenta chef Silverio Nanu - e spalanchiamo le porte ai clienti che vorranno tornare a vivere le loro serate davanti ai piatti che amano, concedendosi una serata fuori dalla cucina domestica. Noi ci stiamo preparando al meglio dal punto di vista della sicurezza sanitaria, rispettando tutti i protocolli, come abbiamo già fatto l'estate scorsa. La zona bianca è una conquista ma non è scontato che duri per sempre - osserva - tenercela dipende da noi. Nei nostri locali non possiamo mettere a repentaglio la salute, controllando se possibile anche all'esterno per dissuadere gli assembramenti".

Lo chef di Desulo mette a punto la sua strategia per invogliare i clienti: "In tanti hanno paura di uscire e ancor di più di andare in ristorante - sottolinea Nanu - Attraverso il passaparola dei clienti che si trovano bene, faremo capire che nei nostri locali si può stare in sicurezza. Diversamente non renderemo attrattivi i ristoranti e perderemo la possibilità di stare in zona bianca che vorrebbe dire la fine dopo la sofferenza dell'ultimo anno: basti pensare che noi, avendo un locale piccolo abbiamo perso il 70% degli incassi e abbiamo pagato solo tasse". Poi, ovviamente, per attirare i clienti c'è la proposta culinaria: "Mi ributterò sulla cucina tradizionale facendo di più e meglio: carne di pecora, culurgiones, maccarones, filindeu, salumi sardi, senza disdegnare i piatti di mare: Nuoro - ricorda lo chef - è storicamente il capoluogo del pesce per tutta la Barbagia".

Frattanto, cala ancora la curva dei contagi in Sardegna: nell'ultimo aggiornamento dell'Unità di crisi regionale sono stati rilevati 45 nuovi contagi (41.236 il totale dall'inizio dell'emergenza).

In totale sono stati eseguiti 768.303 tamponi, per un incremento complessivo di 6.514 test: il rapporto casi positivi-tamponi eseguiti segna dunque un tasso di positività dello 0,7%. Si registrano anche otto decessi (1.166 in tutto). Sono, invece, 210 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (-5), mentre restano 19 i malati in terapia intensiva.

Le persone in isolamento domiciliare sono 12.576. I guariti sono complessivamente 27.045 (+87), mentre le persone dichiarate guarite clinicamente nell'Isola sono attualmente 220. Sul territorio, dei 41.236 casi positivi complessivamente accertati, 9.814 (+24) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 6.602 (+1) nel Sud Sardegna, 3.481 a Oristano, 8.184 (+4) a Nuoro, 13.155 (+16) a Sassari.

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