Muore dopo tre giorni di coma a 25 anni: tentò di salvare il fratello 22enne nel silos

Non c’è l’ha fatta Francesco Gennero, il 25enne di Cavallermaggiore, nel Cuneese, vittima di un incidente sul lavoro nell’azienda agricola di famiglia in cui è morto il 3 settembre scorso il fratello Davide, 22 anni, dopo tre giorni di coma irreversibile, a causa delle esalazioni del gas del triturato di mais, si attende solo il parere legale della commissione medica per la dichiarazione di morte.

Nonostante i tentativi dei sanitari, il giovane non ha mai dato segni di ripresa. Francesco era entrato nel silos per cercare di salvare il fratello.

Erano da poco passate le 8. Davide stava livellando il mais tagliato e insilato nel grande silos dell’azienda, specializzata nell’allevamento di Frisone per la produzione del latte. È stato il fratello Francesco, di 25 anni, ad accorgersi che ad un certo punto aveva perso i sensi e si era accasciato a terra. È sceso nel silos anche lui ed ha subito la stessa sorte.

Pochi istanti dopo il padre Claudio è riuscito ad entrare e a portare i due figli sul tetto del silos, dove ha iniziato a massaggiarli attendendo l’arrivo dei soccorritori. Vigili del fuoco, 118 con ambulanza ed elisoccorso e carabinieri hanno cercato in ogni modo di salvare la vita a Davide, ma è stato tutto inutile, mentre Francesco è stato trasferito in ospedale a Savigliano in elicottero.

Sul posto è intervenuto anche lo Spresal, il servizio per la sicurezza sul lavoro dell’Asl Cn1. L’intera area del silos è stata posta sotto sequestro ed è stata aperta un’indagine per verificare il corretto funzionamento degli impianti di ventilazione della struttura. Sotto choc il padre dei ragazzi e lo zio, che stavano lavorando in azienda ed hanno vissuto in diretta la tragedia, che ha sconvolto l’intera comunità di Cavallermaggiore, poco più di 5.400 anime tra le Langhe e le Alpi, nella pianura cuneese, sulla riva destra del fiume Maira.
La famiglia Gennero è molto conosciuta in zona e la sua è una delle aziende agricole storiche della pianura saviglianese.


«Non si può parlare di fatalità in queste circostanze. Il 18 settembre saremo nelle piazze italiane anche per il grave problema irrisolto della sicurezza in tutti i luoghi di lavoro», annuncia su Fb la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan. «Nonostante i continui appelli al Governo, non viene garantita la necessaria sicurezza ai lavoratori», aggiungono il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, e il segretario regionale, Ugl Piemonte, Armando Murella, che chiedono «maggiori controlli nelle aziende e una manutenzione più frequente dei macchinari», nonché «lo sviluppo di un piano articolato di formazione professionale».

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