Il contagio Covid risale in Italia oltre mille contagi, come in maggio e focolai in quasi tutte le regioni

Sempre più preoccupanti i dati sulla risalita della diffusione del coronavirus in Italia. Non si ferma, infatti, il boom dei contagi: 1.071 i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore. Era dal 12 maggio che non si superava quota mille, e il trend continua a suscitare non pochi interrogativi, anche in vista della riapertura delle scuole, confermata comunque per il primo settembre, con inizio delle lezioni il 14.

Secondo i dati del Ministero della Salute, è in calo oggi, invece, il numero dei morti, tre contro i nove registrati ieri, così come delle terapie intensive (-5) legate al Covid, mentre i ricoveri con sintomi sono cresciuti (+5). 77 mila i tamponi effettuati, oltre 5mila in più rispetto a ieri. In totale, i casi di coronavirus in Italia sono saliti a 258.136, mentre i decessi sono 35.430. I contagiati in isolamento domiciliare sono 825, dato che rappresenta anche l’incremento degli attuali positivi (17.503). I guariti oggi sono 243 (ieri erano stati 274) per un totale di 205.203.
Si conferma anche che a far risalire i contagi sono i rientri dalle vacanze, in Italia - con nel mirino il caso Sardegna e in genere le varie ‘movidè - ma soprattutto dall’estero, e in misura minore i migranti.
Oggi è il Lazio la regione che regista il maggior numero di nuovi infetti (215) e di ricoverati con sintomi (265), superando la Lombardia (rispettivamente 185 casi e 148 malati) che ha però il maggior numero di terapie intensive (14) ma non registra alcun decesso. Il Veneto, con 160 nuovi casi, è al terzo posto seguito a distanza dall’Emilia Romagna con 80. Soltanto la Valle d’Aosta oggi registra zero nuovi casi, mentre il Molise ne ha uno e tre la Basilicata.

E la nuova situazione dei contagi «d’importazione» ha innescato anche ulteriori schermaglie fra le regioni. «Da oggi sono attivi i box di controllo con tampone anche al porto di Civitavecchia. Ma non basta. Il Ministero della Salute e la Regione Sardegna devono urgentemente predisporre controlli con tampone agli imbarchi dei traghetti», ha reclamato in una nota il presidente del Lazio Nicola Zingaretti.

E dopo che ieri il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha ipotizzato la richiesta al governo «di ripristinare la limitazione della mobilità intraregionale», oggi l’idea del blocco degli spostamenti tra regioni ha trovato il secco ‘nò del presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e di quello della Liguria Giovanni Toti, che non ritiene «vi sia una emergenza clinico-sanitaria tale da presupporre o fare presagire ulteriori chiusure».

Intanto, è emerso oggi che l’indice di contagiosità Rt «potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale» in quanto il suo valore attuale, pari a 0,83 relativamente al periodo compreso fra il 30 luglio e il 12 agosto 2020, è stato calcolato «sui soli casi sintomatici».
Lo ha rilevato l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) nel bollettino settimanale sull’evoluzione dell’epidemia.

L’attenzione comunque è alta sugli arrivi di migranti, col Centro di Lampedusa al collasso, casi di positività registrati qua e là (in Sicilia su 48 nuovi contagiati 16 sono migranti), e con tensioni e disordini scoppiati a Massa per la presenza in strada di migranti di un centro di accoglienza dove si è sviluppato un focolaio Covid.

L’altro capitolo sotto osservazione è quello delle ‘movidè, anche dopo la chiusura delle discoteche, con controlli e multe sul mancato uso di mascherine e la violazione dei divieti, verso i quali, comunque, resta non poca insofferenza, sia nelle città che nei centri turistici. A Venezia, proprio a ridosso di Piazza San Marco, un giovane è stato lasciato a terra dal vaporetto perché senza mascherina e perché continuava a irridere i marinai, al punto da scatenare quasi una rissa. E osservate speciali continuano ad essere le spiagge, come nel Lazio, dove due stabilimenti di Ostia sono stati chiusi dopo feste a cui avrebbero partecipato alcuni ragazzi risultati contagiati.

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