Impennata di contagi in Italia Quasi mille nelle ultime 24 ore

Nuovo boom di contagi da coronavirus in Italia: sono 947 i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore dal ministero della Salute..
Nove i morti a fronte dei 6 registrati ieri. In calo i tamponi: 71mila, circa 6mila in meno di ieri.

A livello regionale è la Lombardia a registrare il più alto numero di positivi con 174 nuovi casi (97.892 casi totali), ci sono stati 6 nuovi decessi, che portano il totale a 16.852, i nuovi tamponi sono 10.703 (1.456.936 tamponi totali); Lazio 137 nuovi casi (9.548 casi totali) è stato registrato un nuovo decesso, che porta il totale a 873, i nuovi tamponi sono 6.584 (480.482 tamponi totali); Veneto 116 nuovi casi (21.650 casi totali), sono stati registrati 2 nuovi decessi, che portano il totale a 2.102, i nuovi tamponi sono 12.522 (1.429.206 tamponi totali); Emilia-Romagna 82 nuovi casi (30.708 casi totali, il totale delle vittime è di 4.455), i nuovi tamponi sono 10.062 (811.229 tamponi totali); Toscana 79 nuovi casi (11.063 casi totali, il totale delle vittime è di 1.139), i nuovi tamponi sono 4.154 (487.880 tamponi totali); Campania 67 nuovi casi (5.523 casi totali, il totale delle vittime è di 440), i nuovi tamponi sono 3.475 (375.083 tamponi totali); Sicilia 44 nuovi casi (3.919 casi totali, il totale delle vittime è di 286), i nuovi tamponi sono 3.129 (321.981 tamponi totali); Sardegna 42 nuovi casi (1.609 casi totali, il totale delle vittime è di 134), i nuovi tamponi sono 944 (122.296 tamponi totali); Piemonte 39 nuovi casi (32.260 casi totali, il totale delle vittime è di 4.142), i nuovi tamponi sono 3.765 (552.333 tamponi totali).

I contagi da nuovo coronavirus in Italia sono aumentati di oltre il 140% nell’ultimo mese, rileva la Fondazione Gimbe confrontando i 3.399 nuovi casi rilevati dal 12 al 18 agosto con i 1.408 della settimana fra il 15 e il 21 luglio.

“Si conferma il trend in progressivo aumento dei nuovi casi, siano essi autoctoni, di importazione (stranieri) o da rientro di italiani andati in vacanza all’estero”, rileva in una nota il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta. “La risalita nella curva dei contagi - precisa - desta non poche preoccupazioni sia perché l’incremento inizia a riflettersi progressivamente sull’aumento delle ospedalizzazioni, sia perché solo negli ultimi due giorni, peraltro non inclusi nella nostra analisi settimanale, sono stati riportati quasi 1.500 nuovi casi».

Secondo Cartabellotta “se da un lato bisogna evitare inutili allarmismi, dall’altro non è ammissibile sottovalutare il costante aumento dei nuovi casi, anche in vista di appuntamenti cruciali per il Paese, quali riapertura di scuole e università e consultazioni elettorali”.


 

L'allarme di Ricciardi

«Si continua a parlare di seconda ondata del virus, ma in realtà non è neanche finita la prima ondata. Sapevamo che allentare le misure avrebbe avuto conseguenze. Il virus è pericoloso in ambienti chiusi, bisogna continuare a indossare le mascherine, mantenere le distanze e osservare l’igiene personale».

Lo ha detto il consulente del ministero della Salute nella gestione dell’emergenza coronavirus, Walter Ricciardi, intervenendo al meeting di Rimini. E ha ricordato l’importanza della collaborazione con i Paesei Ue, in particolare con la Germania: «La stretta comunicazione tra i ministri della Salute italiano e tedesco hanno fatto sì che venissero evitati problemi. Lo stesso non è successo con la Spagna, nonostante l’amicizia tra i due ministri».

Sul fronte della diffusione del covid-19, «l’impennata di contagi era un dato prevedibile, perché questa curva riprende le conseguenze dei comportamenti che ci sono stati a partire sostanzialmente con l’apertura e le vacanze», osserva Ricciardi.
«La mobilità delle persone è quella che porta il virus : se si abbassa la distanza di sicurezza - aggiunge - e si toglie la mascherina, come abbiamo visto succedere in molti casi e in quelle circostanze non ci si lava le mani né si cura l’igiene dei luoghi, quelli sono i presupposti fatali per la ripresa dei contagi».
E questa «la continueremo, ahime, a vedere perché avete visto anche voi le scene nelle piazze, nei ristoranti e nelle discoteche, che naturalmente sono prodromiche a questo tipo di aumento».

Riaprire le scuole

«Le scuole vanno riaperte e lo saranno; c’è lo sforzo da parte di tutti per riaprirle»,prosegue Ricciardi. «Però - aggiunge - per riaprirle in sicurezza dobbiamo limitare all’esterno delle scuole la circolazione del virus e all’interno delle scuole fare dei protocolli rigorosi come in Danimarca e in Cina, dove, se andate a vedere, hanno riaperto le scuole e non hanno avuto nessun caso.
Non dobbiamo fare come la Francia e Israele che hanno riaperto le scuole senza cautele e poi le hanno richiuse a macchia di leopardo».

In Italia misure coraggiose

«Abbiamo preso delle decisioni coraggiose che adesso sono state prese da quasi tutti i paesi, in un momento in cui tutti consideravano l’epidemia soltanto un problema italiano.Abbiamo spiegato che non era così, che si dovevano prendere delle decisioni drastiche. Siamo stati il primoPaese a fare il lockdown, abbiamo visto che soltanto misure con drastiche, soprattutto nella fase esplosiva dell’epidemia, si poteva limitare il passaggio e la riproduzione di quelle immagini terribili che abbiamo visto soprattutto a Bergamo e in Lombardia. Immagini - ha aggiunto - che non dobbiamo dimenticare, perché il virus non è mutato, è lo stesso, ha la stessa virulenza, la stessa patogenicità e i colleghi brasiliani o americani ce lo possono confermare». Per Ricciardi «è importante che la società civile si aggreghi cercando di dare risposte immediate quando il governo magari non risponde con la stessa efficacia.

Lo abbiamo visto nel caso del Brasile, abbiamo visto quello che è successo in Gran Bretagna, dove la scienza si è aggregata al di fuori del governo riscontrando tutti i problemi. In Gran Bretagna hanno dovuto costruire un comitato tecnico scientifico indipendente, trasparente, perchè molto spesso il governo non ha seguito questa evidenza scientifica. La sfida è che le decisioni vengano sempre prese sull’evidenza, sui dati, non sulle emozioni», conclude Ricciardi .

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