Le sardine sbarcano a Roma forse centomila in piazza «adesso la politica cambi»

Missione compiuta: le Sardine si prendono anche piazza San Giovanni a Roma, luogo storico della sinistra, stipate a decine di migliaia. Più di 100 mila, dicono gli organizzatori. Un terzo circa, per la questura.

«L’idea era riempirla e cambiare un po’ la percezione della politica in questi anni - esulta Mattia Santori -. Direi che l’obiettivo è stato raggiunto».

In un happening collettivo antifascista e antirazzista il leader bolognese elenca dal palco le prime proposte, tra cui la revisione (o abrogazione) dei decreti sicurezza. E mentre si moltiplicano gli “endorsement” dei politici - Nicola Zingaretti in testa -, i coordinatori delle Sardine di tutta Italia domani si riuniranno a Roma «per programmare la nuova ondata di gennaio», spiega Santori.

In piazza persone di tutte le età, numerosi i giovani.
Moltissimi sfoggiano piccole o grandi sardine di tutte le fogge e materiali, tra gruppi di migranti che chiedono documenti e diritti e vip come Paola Turci, Isabella Ferrari, Vauro, Kasia Smutniak, Erri De Luca e Michele Santoro.

Lo speaker proclama «abbiamo deciso di riprenderci la piazza antifascista», poi tocca alla presidentessa dell’Associazione partigiani (Anpi) Carla Nespoli che parla di «lotta e speranza».

Si canta «Bella Ciao» sotto una sardina-striscione di 80 metri. Ecco sul palco - il rimorchio di un Tir - il medico dei migranti Pietro Bartolo, ragazzi che leggono la Costituzione, una giovane transessuale.
Ma è quando prende il microfono Santori che la piazza si infiamma davvero. Il trentenne inventore delle Sardine - assieme a tre amici di Bologna - tiene la scena senza alcuna timidezza.

«Qui c’è chi distingue la politica dal marketing - grida -, meglio i vostri cervelli che un milione di like» sui social. «Nonostante tutti i soldi che ci ha dato Prodi ognuno è venuto di tasca sua - ironizza -. La differenza è che questa é una piazza spontanea, nessuno ci ha costretto a venire».
Santori snocciola le altre decine di città che oggi ospitano le Sardine, in Italia e in Europa, poi passa al «programma».

Alcuni punti non strettamente politici, ma comunque le prime proposte del movimento. «Ripensare i decreti sicurezza», ma una parte della piazza rumoreggia e si corregge «va bene, abrogarli». Poi, «chi è eletto faccia politica nelle sedi proprie e non stia sempre in campagna elettorale»; «chi è ministro comunichi solo per canali istituzionali»; la politica sia trasparente nell’uso delle risorse sui social, «la stampa traduca le informazioni in messaggi fedeli ai fatti», «la violenza fuori dalla politica in toni e contenuti, quella verbale equiparata a quella fisica».
Il ‘sospettò è che le Sardine possano diventare un partito.
«Il 99 per cento di noi non lo vuole», assicura Santori, che rispondendo ai giornalisti torna a polemizzare con Matteo Salvini e Giorgia Meloni, «che strizzano l’occhio ai fascisti».

CasaPound oggi non si è vista, la minaccia di venire era una burla. In piazza però ci sono esponenti di sinistra come Nicola Fratoianni di LeU e Niki Vendola, l’ex segretaria della Cgil Susanna Camusso e Massimiliano Smeriglio indipendente del Pd.
Zingaretti twitta entusiasta: «Belle le proposte che avete lanciato, faremo di tutto per metterle in atto ed essere all’altezza del vostro impegno. Cambiamola insieme, la nostra bella Italia». Parere diverso di Matteo Renzi: «Hanno mostrato che le piazze non sono solo di Salvini. Ora la sfida è passare dalla protesta alla proposta».

«Grazie alle Sardine per l’energia che hanno portato nella nostra città - scrive la sindaca M5S di Roma Virginia Raggi - e aver reso questa giornata una “festa” di popolo».

Da domani inizia la fase due dell’«altro» movimento.

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