Per la strage della discoteca sette arresti: la banda faceva rapine con lo spray urticante

 

Una banda di giovani criminali spietati armati di spray per mettere a segno rapine durante concerti trap o nelle discoteche del nord est.

Come la notte tra il 7 e l’8 dicembre a Corinaldo, nella discoteca Lanterna Azzurra piena di ragazzini che aspettavano Sfera Ebbasta: lo spray della gang che scatena il panico e la morte di 5 ragazzi e una mamma schiacciati dalla calca. Quella banda ora, sei rapinatori tra i 19 e 22 anni tutti residenti nel modenese, è finita in carcere con la pesante accusa di omicidio preterintenzionale. In cella anche il ricettatore di fiducia dei sei, un 65enne.

La svolta nelle indagini della Procura di Ancona arriva setacciando i movimenti da celle telefoniche, Gps, Telepass e dopo avere trovato il dna di uno dei sei su una bomboletta di spray urticante.

Poi stamani l’esecuzione dei sette arresti da parte dei carabinieri in esecuzione di un’ordinanza di custodia in carcere cautelare in carcere emessa dal gip Carlo Cimini: tutti e sette sono accusati di associazione per delinquere finalizzata a furti e rapine. I sei che erano nella discoteca la sera della strage devono rispondere anche di omicidio preterintenzionale e lesioni.

Giovani ma criminali senza scrupoli e organizzati, con alle spalle un colpo anche a Disneyland, con un curriculum di 60 rapine, di cui 18 in un solo mese: tutte in luoghi affollati, per lo più discoteche dove si tenevano concerti trap, la musica degli adolescenti. Proprio come la notte della tragedia a Corinaldo dove neanche il panico, le urla, il terrore dei ragazzini schiacciati dalla calca, ferma i sei che anzi ne approfittano: ad essere rapinato anche chi, in quei momenti, cerca di rialzare quelli caduti e travolti dalla folla.

Arrestati perché, spiega il gip di Ancona nella corposa ordinanza di 174 pagine, «i dati emersi dimostrano chiaramente che vi è non tanto il pericolo quanto la certezza che, se non fermati continueranno, imperterriti, a derubare gli avventori delle discoteche di tutta Europa».

E infatti nonostante i 6 morti di Corinaldo riprendono la loro attività appena due mesi dopo, un business criminale che frutta alla banda 15mila euro al mese.

Sono circa 60 le rapine e i furti a strappo che vengono addebitate ai sei, in nove regioni italiane, compreso il Trentino, e all’estero.

Ogni componente aveva un compito: chi distraeva la vittima o spruzzava lo spray, chi rubava, chi prendeva la refurtiva, di fatto piazzata prima dei furti grazie al ricettatore, e la portava fuori dal locale. La banda, ha riferito il procuratore di Ancona Monica Garulli, aveva anche contatti con altre organizzazioni criminali analoghe con cui si ‘spartivà i territori in cui colpire.

Quella che ha portato agli arresti è una tranche dell’inchiesta che vede indagate altre 17 persone - oltre a un minore - tra cui gestori, amministratori proprietari del locale, il sindaco di Corinaldo Matteo Principi, e i componenti della Commissione che rilasciò i permessi per pubblico spettacolo alla struttura risultata carente in fatto di sicurezza Gli arrestati, per gli investigatori, non avevano avuto alcun contatto con il minorenne inizialmente arrestato perchè sospettato di avere lui spruzzato lo spray nel locale: il ragazzino ha sempre sostenuto che non era a Corinaldo quella sera.

Gli interrogatori di garanzia inizieranno il 5 agosto. «Le loro normalissime famiglie sono sconvolte da questi arresti», fanno sapere gli avvocati dei sei.

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