A Milano sfilano i sovranisti d'Europa

«Qui non ci sono fascisti. Gli estremisti stanno a Bruxelles, sono quelli che hanno governato 20 anni l’Europa in nome della precarietà e della povertà», gli ‘euroburocratì, e i sovranisti vogliono cacciarli il 26 maggio.
Da Milano Matteo Salvini lancia la crociata finale contro l’Unione «per cambiare tutto», promette, contro Angela Merkel, Emmanuel Macron, Jean-Claude Juncker. Il leader della Lega, al suo fianco 11 capi di partiti esteri alleati - Marine Le Pen in testa -, chiede agli elettori di fare del suo movimento «la prima forza in Europa» per rivoluzionare il quadro. Lo ascoltano in diverse migliaia sotto la pioggia in piazza Duomo.

«È un momento storico per liberare il continente dall’occupazione abusiva organizzata a Bruxelles da molti anni - dice il vicepremier -. Chi ha tradito l’Europa, il sogno dei padri fondatori, di De Gaulle e De Gasperi? I Merkel, i Macron, i Soros, gli Juncker, che hanno costruito l’Europa della finanza e dell’immigrazione incontrollata». Adesso è l’ora di «prenderci la maggioranza cacciando la sinistra», che finora ha governato alleata dei popolari. Una frase che sembra alludere alla possibilità di una nuova maggioranza che veda i sovranisti prendere la guida con il Ppe.

Salvini è preceduto sul palco dai duri della destra sovranista europea, che lo elogiano. George Meuthen di Alternative fur Deutschland (Afd) evoca la «fortezza europea», espressione che ricorda un passato bellico. Le Pen parla di «rivoluzione pacifica», ma anche di «riconquista» dell’Europa.

L’olandese Geert Wilders ripete «basta immigrazione, basta Islam». «Ma qui non ci sono estremisti, razzisti, fascisti - quasi esordisce Salvini -. La differenza è tra chi guarda avanti, parla di futuro e di lavoro e chi fa i processi al passato: hanno paura del passato perchè non hanno un’idea di futuro. Noi stiamo costruendo il futuro».

I fischi della piazza sono per il trio Merkel-Macron-Juncker, ma anche di una parte della folla per il Papa. Accade quando Salvini gli manda a dire che «il governo sta azzerando i morti nel Mediterraneo, con orgoglio e spirito cristiano». «Se la Lega sarà primo partito porteremo le nostre politiche in tutta Europa e non entrerà più nessuno», prevede. A Francesco il leader leghista contrappone i predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, con la loro difesa delle radici cristiane dell’Europa. Salvini rispolvera i simboli religiosi - il rosario, l’appello ai santi -, come aveva fatto con il Vangelo in chiusura della campagna per le elezioni politiche.

In un comizio dai toni nel complesso più pacati, probabilmente con un occhio ai sondaggi e per non spaventare l’elettorato, tra citazioni di Chesterton, Churchill, Ghandi e Fallaci, il ministro degli Interni si dice pronto per l’Italia a «dare la vita. Non mi fermo davanti a niente e nessuno», promette, «con la convinzione di essere nel giusto». ‘Prima gli italianì campeggia alle sue spalle e ai compatrioti Salvini prospetta «altri 4 anni di governo» con M5S - con cui non polemizza - e «una tassa al 15% per tutti».

Luigi Di Maio, prima «preoccupato dall’ultradestra», dopo la manifestazione esprime «rispetto per tutte le piazze» e aggiunge «spero che Salvini abbia chiesto a Le Pen, ad Orban e agli altri governi sovranisti di prendersi i migranti che arrivano in Italia». «Da Salvini nessuna idea per il futuro degli Italiani - commenta il leader Pd Nicola Zingaretti -. Tanta demagogia e odio nell’interesse della Lega. Una sfilata di partiti nemici dell’Italia. Da parte nostra nessuna complicità con questa destra: governo e Salvini a casa». Da sinistra a destra condanna per i fischi a Bergoglio. «Ai sovranisti dico che si possono prendere l’Italia - aveva detto in mattinata il sindaco Beppe Sala -, l’Europa, il mondo, ma non Milano».

Sul palco anche i governatori del Carroccio, con il presidente della Provincia Maurizio Fugatti.

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