«Apologia di fascismo»: indagine sulle dichiarazioni di Polacchi Alta tensione al Salone del libro

La Procura di Torino ha aperto un fascicolo per apologia di fascismo nei confronti di Francesco Polacchi, 33 anni, dirigente di Altaforte, casa editrice vicina a Casa Pound (lo stesso giovane è coordinatore regionale del partito di estrema destra in Lombardia).

«Io sono fascista», «l’antifascismo è il vero male di questo Paese», «Mussolini è il miglior statista italiano» sono alcune delle sue frasi finite nel mirino dei magistrati.

E oggi Polacchi, romano trasferitosi a Milano, insiste: «A sinistra esiste un antifascismo militante che diventa una mafia, una mafia culturale. Io ringrazio i vari Raimo, Zerocalcare, Wu Ming e tutti quelli che si sono sfilati dal salone del libro. Loro pensavano di farci un torto sabotandoci ma alla fine, quando andiamo a valutare gli aspetti commerciali, vediamo che il libro con l’intervista a Salvini ha scalato qualunque tipo di classifica».

A presentare un esposto alla Procura contro l’editore di Altaforte, Francesco Polacchi, erano stati il Comune di Torino e la Regione Piemonte. Le due istituzioni chiedono ai magistrati di valutare se, alla luce delle sue affermazioni, sussistano i presupposti per il reato di apologia del fascismo. «La forma più radicale dell’intolleranza va contrastata con le armi della democrazia e dello Stato di Diritto», sostiene la sindaca Chiara Appendino, che incassa l’approvazione del leader pentastellato, Luigi Di Maio, mentre il leghista Matteo Salvini ricorda che la cultura «è sempre tale. Da qualunque parte venga».

Stasera si è aprpeso che la Città di Torino e la Regione Piemonte, soci fondatori del Salone del Libro, hanno chiesto agli organizzatori della manifestazione di rescindere il contratto con la casa editrice AltaForte. «È necessario tutelare il Salone del Libro, la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da molte decine di migliaia di persone», affermano in una nota le due istituzioni.

Alla vigilia della kermesse, continuano dunque a tenere banco le polemiche, con il ministro per i Beni culturali Alberto Bonisoli a ricordare che la manifestazione «è un lungo di democrazia perché i libri sono idee». E che «anche la difesa della libertà di espressione è un valore dell’antifascismo».

Nonostante l’invito degli organizzatori a «non dividersi» e l’auspicio dell’Aie alla partecipazione di tutti, si allunga intanto l’elenco di scrittori e case editrici che nel fine settimana non saranno a Torino.

«Se chi dovrebbe non riesce a prendere la sua decisione, lo aiuteremo mostrandogli il paradosso iconografico di CasaPound dentro e Halina Birembaum e il Museo di Auschwitz davanti ai cancelli. Si tratta di un grande gesto di amore, di discussione, di attaccamento alla nostra città e al nostro Paese», afferma l’Associazione Treno della Memoria che rinnova l’invito ai vertici della buchmesse di revocare la concessione ad Altaforte.

Non andrà al Salone, ma sarà a Torino nel giorno della sua inaugurazione Simone Di Stefano, che di CasaPound è il leader.

Per il Pd si tratta della «ennesima provocazione» alla quale «non bisogna cedere il passo».

Sui social, intanto gli antifascisti si danno appuntamento: «Se, come è prevedibile, nonostante le tante prese di distanza di artisti, case editrici ed enti culturali, la presenza di Altaforte verrà confermata da chi dirige il Salone sarà nostra responsabilità far sentire le nostre ragioni - si legge su un volantino diventato virale sul web - Altaforte sappia che incontrerà tutto il nostro sdegno per tutto il tempo che sarà presente al Salone».

Il caso è approdato anche sul tavolo del Comitato di sicurezza, svoltosi oggi in Prefettura: «Mi auguro non ci siano problemi di ordine pubblico - è l’auspicio del prefetto di Torino, Claudio Palomba - e che, al di là delle posizioni di ognuno, il libro diventi il punto principale della kermesse e che non venga offuscato da altre questioni».

Polacchi e il bastone in un video del 2008 a Roma

Qui sotto, un fermo immagine tratto da un video pubblicato su Youtube e sul suo profilo Facebook da Francesco Polacchi, editore di Alaforte.

L'immagine, che risale al 29 ottobre 2008, mostra l'editore e esponente di Casa Pound con in mano quello che sembra un bastone avvolto in un tricolore durante una manifestazione a Piazza Navona.

Il video riguarda il confronto fra militanti neofascisti sopraggiunti a piazza Navona, con Polacchi in prima fila (riconoscibile dalla camicia a righe) e un corteo di studenti di sinistra in marcia contro la riforma della scuola.

Il video ha circolato molto sui social. Polacchi ha perciò pubblicato un mini documentario con le immagini di quella giornata e dei cortei dei giorni precedenti, per mostrare la sua verità sull'accaduto. Alla fine della giornata Polacchi, implicato anche in altre vicende di violenza politica, sarà portato via dalla polizia. In quell'occasione i tafferugli causarono quattro feriti e due persone furono arrestate.

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