Tria: possibile aumento Iva L’altolà di Salvini e Di Maio

Botta e risposta tra il ministro dell’Economia Giovanni Tria e i due vicepremier Di Maio e Salvini sull’aumento Iva. Per Tria, «l’aumento Iva è confermato in attesa di misure alternative» mentre per Di Maio «con questo governo non ci sarà nessun aumento dell’Iva, deve essere chiaro. Finché il M5S sarà al governo non ci sarà nessun aumento dell’Iva, al contrario. L’obiettivo è ridurre il carico fiscale su famiglie e imprese. Serve la volontà politica. Noi ce l’abbiamo. Mi auguro ce l’abbiano anche gli altri. Fermo restando che ci sono già soluzioni sul tavolo volte ad evitare un aumento».

«L’Iva non aumenterà. Punto. Questo è l’impegno della Lega - ha affermato in una nota il vicepremier leghista Matteo Salvini -. Siamo al governo per abbassare le tasse, non per aumentarle come hanno fatto gli altri governi». «Mi dispiace per Tria, ma il l’aumento dell’Iva non è nel contratto di governo, e di conseguenza il ministro del Tesoro trovi i fondi necessari per non farla aumentare», dice da parte sua il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio a margine della presentazione della campagna di comunicazione “Verde Latte Rosso”, presentata oggi a Roma. «Abbiamo trovato i fondi per il reddito di cittadinanza, Tria trovi i fondi per non fare aumentare l’Iva. Lo dico a lui e ai colleghi del Movimento 5 Stelle».

I dati dei primi due mesi dell’anno sono «incoraggianti, la produzione ha invertito il trend negativo» e questi elementi «lasciano ritenere che la previsione per il 2019 sia equilibrata». Così lo stesso Tria in audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.

Il Documento di economia e finanza «conferma i pilastri dell’azione governativa: rafforzare l’inclusione e ridurre il gap di crescita» con gli altri Paesi europei e il rapporto debito Pil. Tria ha sottolineato che «la strategia che si intende perseguire» vede «il rilancio degli investimenti pubblici come fattore fondamentale», insieme al sostegno alle imprese per l’innovazione tecnologica.

Perché l’Italia riduca il gap di crescita con i partner europei «è anche necessario un cambiamento del modello di crescita europeo - ha aggiunto Tria - verso una promozione della domanda interna, senza pregiudicare la competitività».

«La revisione al ribasso delle stime di crescita risulta pienamente coerente con l’evoluzione della situazione economica generale» e «a dicembre era all’1% al di sotto dell’1,2% della Ue». Per il ministro questo «consente di sottolineare che il governo non ha affatto peccato di ottimismo» e che «le revisioni si sono rese progressivamente necessarie scontando l’andamento della seconda metà del 2018, inferiore ad attese che avevamo chiaramente indicato come rischi di previsione».

«La legislazione vigente in materia fiscale è confermata in attesa di definire, nei prossimi mesi, misure alternative». In audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato Tria ha confermato che «lo scenario tendenziale (del Def, ndr) incorpora gli incrementi dell’Iva e delle accise dal 2020-2021».

Per l’andamento dello spread «saranno importanti i piani del governo e l’incisività delle riforme, ma anche gli orientamenti che il Parlamento avrà sul Bilancio», ha detto il ministro dell’Economia Giovanni Tria dopo aver sottolineato che il documento non tiene conto dei potenziali benefici di uno spread più basso, e che «i rendimenti italiani sono ancora troppo alti alla luce dei fondamentali della nostra economia, nonostante il miglioramento dopo l’intesa con l’Unione europea sulla legge di bilancio».

«A livello europeo non siamo in recessione, probabilmente non lo siamo in Italia dopo la recessione tecnica dell’ultimo trimestre dello scorso anno, ma c’è un forte rallentamento significativo, con previsioni ottimistiche» per la seconda metà dell’anno: così il ministro dell’Economia Giovanni Tria.

«La legge di bilancio del prossimo anno continuerà, nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica definiti nel Def, il processo di riforma della flat tax e di generare semplificazione nel sistema per alleviare il carico fiscale nei confronti del ceto medio”.

“Lo scenario macroeconomico programmatico poggia su obiettivi di finanza pubblica coerenti con le regole nazionali e comunitarie - ha detto il ministro Tria in audizione sul Def -. Il perseguimento di questi obiettivi richiederà uno sforzo fiscale che nel breve termine inevitabilmente attenua il ritmo di crescita dell’economia, a parità di altre condizioni e ignorando retroazione favorevole che potrebbe pervenire dal minor livello dei rendimenti sui titoli di stato».

«L’aggiustamento di bilancio necessario a consentire gli obiettivi dichiarati nel Def nel triennio è significativo». «Gli obiettivi programmatici - ha spiegato - risultano sostanzialmente in linea con quanto previsto dalle regole europee e nazionali, sebbene puntino a miglioramenti del saldo strutturale più contenuti date le condizioni ancora difficili della nostra economia e il recente peggioramento congiunturale».

«Con questo governo non ci sarà nessun aumento dell’Iva, deve essere chiaro - ha detto il vicepremier Luigi Di Maio -. Finché il M5S sarà al governo non ci sarà nessun aumento dell’Iva, al contrario». Di Maio sottolinea che «l’obiettivo è ridurre il carico fiscale su famiglie e imprese. Serve la volontà politica. Noi ce l’abbiamo. Mi auguro che l’abbiano anche gli altri. Fermo restando che ci sono già soluzioni sul tavolo volte ad evitare un aumento».

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