Ius soli, il premier Conte apre «Serve riflessione serena»

«Auspico che si avvii nel paese una riflessione serena nelle sedi opportune» sullo Ius Soli.

L’apertura del premier Giuseppe Conte arriva da Assisi. Davanti a lui c’è una platea di giovani, molti dei quali stranieri, insieme alla cancelliera tedesca Angela Merkel e a re Abdallah II di Giordania, che ha appena ricevuto la ‘Lampada della Pacè per l’accoglienza di oltre 700mila profughi siriani. I temi della giornata sono l’accoglienza e la tolleranza.
Conte, forse prevedendo le reazioni da Roma, contestualizza e incasella la sua apertura all’interno di una serie di precisazioni. «Lo ius soli - mette le mani avanti - non è nel contratto di governo», che non intende dunque occuparsene.

Quella che lui auspica è piuttosto una riflessione al livello parlamentare, possibilmente «serena» e senza «reazioni emotive».
Lo spiraglio aperto dal premier su una norma tornata alla ribalta con il braccio di ferro sulla cittadinanza a Ramy - il piccolo eroe del bus dirottato a Milano - ma che in realtà, anche se per ragioni diverse, in questo momento non piace a nessuna delle due anime del governo, non passa comunque inosservato. E a correre ai ripari ci pensa il capo politico dei 5s, Luigi Di Maio. «La riflessione auspicata dal premier riguarda una sua sensibilità. Legittima, per carità, ma personale», ha subito precisato. Tornando a ripetere che in ogni caso la norma non è nell’agenda di governo e «non sarà dunque una misura che questo governo discuterà, anche perchè c’è già una normativa in Italia che regola la cittadinanza».

Gli risponde Lucio Malan, vicecapogruppo vicario di Forza Italia. «Di Maio si è affrettato a dire che si tratta di una sensibilità personale del premier e che non è in agenda: speriamo sia così visto che lo stesso Di Maio la scorsa legislatura firmò la proposta del M5S per allargare le maglie sulla cittadinanza. Non è certo questo ciò che chiedono gli italiani». Furiosa Giorgia Meloni: «Il governo - ha detto - cede nuovamente alle pressioni della sinistra e non chiarisce ai cittadini la propria. Io non ho dubbi: no allo Ius Soli e no alla cittadinanza per automatismo».

La lunga giornata di Conte era iniziata in salita, ascoltando il duro monito rivolto dal custode del Sacro Convento di Assisi padre Gambetti contro i sovranismi. «Lo scorso anno, dando la Lampada alla cencelliera Merkel - ha detto - auspicammo la costruzione di un’Europa unita e plurale. E ancora oggi siamo convinti che il nostro Continente non possa abdicare a questa sua vocazione e cedere ad illusorie quanto malsane aspirazioni sovraniste». Il premier ha incassato ed ha difeso la politica del Governo sull’immigrazione, assicurando che spesso viene «fraintesa» perchè «riduttivamente veicolata, affidata a un messaggio semplificato che risulta fuorviante». La realtà, ha aggiunto, è che è «articolata e complessa» perchè quello che fa il governo è «lavorare sulle cause» originarie delle migrazioni.

Per questo, ha assicurato, l’Italia sta lavorando a Bruxelles per cambiare le cose. «L’Ue - ha detto - deve affermare un nuovo modello di cooperazione in particolare con i paesi africani. Mi sto battendo per questo». E ancora: «Aiutarli a casa loro non significa rimanere indifferenti».

Poi, davanti alla cancelliera di un paese nel quale lo Ius Soli è garantito a chi nasce in Germania da almeno un genitore che viva nel paese da 8 anni e abbia il permesso di soggiorno da tre, Conte è tornato a ricordare le grandi responsabilità dell’Europa che ha lasciato sola l’Italia a gestire l’emergenza migranti. Con la Merkel, ha poi assicurato il premier, «c’è una grande sintonia e ne riconosco la lungimiranza».

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