«Silvia Romano è viva» Una taglia sui tre rapitori

Si stringe il cerchio attorno ai rapitori di Silvia Costanza Romano: la polizia keniana ha pubblicato nomi e foto segnaletiche di tre sospettati del sequestro della volontaria milanese sparita martedì scorso che, secondo gli inquirenti, è viva ed è ancora nelle boscaglie del Kenya in mano a criminalità comune. Estorsori che avrebbero provato invano a portarla in Somalia, covo dei terroristi islamici somali Al Shabaab. E per incoraggiare l'abbandono di qualche possibile omertà, la polizia ha anche promesso una taglia di oltre 25mila euro - somma ingente per un paese africano - a chi fornirà informazioni utili a catturarli.
Quattro giorni dopo il rapimento compiuto da un gruppo di uomini armati nel villaggio di Chakama, nella savana ad un'ottantina di chilometri a nord-ovest di Malindi, attraverso i megafoni di Facebook e Twitter la polizia del Kenya ha pubblicato i nomi dei tre ricercati (Ibrahim Adan Omar, Yusuf Kuno Adan e Said Adan Abdi), numeri verdi da chiamare o cui inviare sms e le rispettive foto con l'avvertenza che ciascuno «è armato e pericoloso». La taglia è di «un milione di scellini», che corrisponde ad oltre 8.500 euro ciascuno (quindi 26mila in totale) ed è oltremodo allettante per la platea cui dichiaratamente si rivolge: in particolare poveri pastori che potrebbero aver notato qualcosa fra la macchia dove conducono i loro armenti.
L'assicurazione lapidaria ma basata solo su indizi che Romano sia in vita e trattenuta in Kenya da tre degli otto criminali comuni entrati in azione martedì sera (anche se un post delle stesse forze dell'ordine su Facebook aveva parlato solo di tre sequestratori) è stata fornita dal capo della polizia della regione costiera del paese, Noah Mwivanda, in dichiarazioni agli inviati dei giornali italiani. Secondo l'alto funzionario, una cessione alla cellula somala di al-Qaida sarebbe stata sventata grazie ai controlli alle frontiere nord-est del Paese.
Il comunicato della polizia conferma quanto evocato dallo stesso Mwivanda giovedì, ossia che i rapitori siano fuggiti a bordo di due motociclette sequestrate setacciando contee vicine a quella dove si trova Chakama. Una circostanza peraltro che lascia perplessi, a meno che Romano non sia stata tramortita o almeno legata in modo da non potersi divincolare.
Dei mezzi viene precisata la fabbrica di Nairobi dove sono state assemblate le moto, il negozio che le ha vendute e i proprietari che vengono semplicemente invitati a presentarsi in commissariato. Anche se non sono ricercati, la polizia assicura di fare «tutto quello che può» per rintracciare la volontaria andata in Kenya per accudire orfani e bambini in difficoltà.
Il nome di uno dei tre sospettati, Said Adan Abdi, è simile (ha solo un patronimico invertito e quindi potrebbe essere della stessa persona) rispetto a quello indicato dai media (Said Abdi Adan) per individuare un fuggiasco che aveva affittato una casa a Chakama al fine di ospitare due sospetti scomparsi dal momento del sequestro.

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