La classe si era vaccinata per lui Ma Simone, 18 anni, non ce l'ha fatta

«Un gesto bellissimo. Mi è piaciuto, oltre che per l’affetto e per il calore che mi sono stati dimostrati, perché è giusto che si vedano queste cose, soprattutto se si pensa alle polemiche antivax».

Simone Dispensa parlava così, l’11 dicembre 2017, agli intervistatori che gli chiedevano di commentare il gesto dei suoi compagni di classe, che si erano vaccinati contro l’influenza per proteggerlo da infezioni pericolose. Simone avrebbe compiuto 19 anni il 15 ottobre. Ma non ce l’ha fatta: ha perso la sua battaglia contro il tumore.

Da Novi Ligure (Alessandria) il caso aveva conquistato la ribalta nazionale. Una storia di solidarietà e di partecipazione. I ragazzi della quinta E del liceo Amaldi, indirizzo linguistico, avevano deciso di vaccinarsi tutti insieme, per raggiungere la cosiddetta ‘immunità di greggè ed evitare che Simone, gravemente malato, contraesse qualche infezione che aggravasse il quadro o che gli fosse addirittura fatale.
L’allora ministro della salute, Beatrice Lorenzin, fece i complimenti, e lo scorso 4 luglio, a Torino, Simone fu ricevuto con i genitori, Davide e Katia, e con tutti i suoi compagni dal presidente del consiglio regionale Nino Boeti e dai consiglieri Domenico Ravetti e Valter Ottria.

«È una bella storia - ricorda Boeti - che testimonia la bellezza di fare qualcosa per gli altri, che abbiamo voluto premiare con un attestato di riconoscimento. L’amicizia e la solidarietà sono ciò che dà senso alle nostre vite, anche quando sono brevi. I tuoi compagni e amici non ti dimenticheranno mai, Simone. Ciao, e buon viaggio».

«Ora come ora - dice Ravetti - provo solo un fortissimo dolore. Non voglio aggiungere altro. Avremo modo di tornare in altre occasioni sul tema dei vaccini, tenendo conto del valore della scienza e non delle posizioni politiche». Per Ottria «è stato un onore aver conosciuto Simone e avere potuto testimoniare a lui e ai suoi meravigliosi compagni l’ammirazione per la tenacia che mostrava e l’affetto che li legava. È stato un grande esempio».

Roberta Amatelli, la signora di Terruggia (Alessandria), mamma di una bimba sottoposta a un trapianto di fegato, che per prima ha firmato la petizione «Difendiamo tutti i bambini - Sì ai vaccini per andare a scuola» (300 mila le sottoscrizioni raccolte) afferma che quello di Novi Ligure «fu davvero un bel gesto». «I compagni - osserva - avevano capito la gravità del problema che aveva Simone e avevano cercato di non creargliene altri. Purtroppo, però, certe cose non si possono cambiare in nessun modo. Noi continuiamo la nostra battaglia per portare avanti la legge Anti Grillo».

Laura, una compagna di classe, ricorda che «quando arrivò la proposta di vaccinarmi i miei genitori, all’inizio, erano titubanti perchè avevano saputo di persone che avevano reagito male. Spiegai alla mamma che non era ‘una cosa fatta tanto per farè, ma che era per un mio compagno di classe e quindi la motivazione era più che valida».

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