Scambiati per tifosi rivali e pestati

Erano quattro tranquilli professori, uno anche portatore di handicap, che avevano come meta l'Università della Calabria, ma il loro viaggio sulla A2 a bordo di una Fiat Multipla è diventato un incubo quando, all'altezza di Pizzo, gli occupanti di due furgoni e due vetture hanno cominciato a minacciarli e a insultarli pesantemente, cercando di bloccarli. Una scena da incubo, da film dell'orrore, con 21 ultras del Calcio Catania che hanno scatenato «una violenza inaudita» contro quattro persone che ritenevano «nemici» da aggredire perché tifosi del «rivale» Siracusa.
I ventuno, che il 29 aprile si stavano recando a Matera per assistere alla gara della loro squadra e all'imbarcadero di Messina avevano aggredito altre persone, sono stati identificati e 20 arrestati dalla polizia, mentre la posizione di un minorenne è stata stralciata. Per tutti è stato disposto il Daspo di sei anni, aumentato a 8 anni per quattro recidivi.
Le vittime hanno chiamato subito i soccorsi col cellulare mentre erano in fuga, ma nello stress del momento hanno sbagliato indicazioni e si sono fermati, dopo avere compiuto due giri, vicino alla stazione ferroviaria di Lamezia Terme. E lì gli ultras del Catania sono entrati in azione: colpi di cinghia, mazze e spranghe contro la vettura (nella foto parte del materiale sequestrato) . Tutto col volto travisato. Un raid contro i loro presunti «nemici» che sono stati picchiati e rapinati.
A porre fine all'aggressione l'arrivo di un agente della polizia ferroviaria che per mettere in fuga gli aggressori ha esploso colpi di pistola in aria. Per coprirsi la fuga qualcuno degli ultras ha lanciato un petardo dentro la Multipla, dove ancora si trovava bloccato il professore con disabilità. Ad uno degli arrestati, Luca Razza, 35 anni, è contestato anche il tentativo di omicidio perché ha cercato di travolgere il poliziotto intervenuto.

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