Documenti smarriti: sarà possibile fare la denuncia in Comune

Una piccola rivoluzione. È quella che promette il commissario alla spending review annunciando che il governo è al lavoro per consentire ai cittadini che perdono i documenti di andare a fare la denuncia direttamente al Comune, che poi deve rilasciare i nuovi.

In questo modo non solo «si semplifica la vita ai cittadini», ha spiegato il commissario davanti alla commissione sul Federalismo fiscale, ma si liberano centinaia di agenti che possono così essere impiegati davvero nel presidio del territorio.

Non solo, proprio per rispondere al meglio alle esigenze di sicurezza, cambiate «negli ultimi 40 anni», sta andando avanti il processo di «ottimizzazione» della presenza sul territorio.
Ad oggi ci sono infatti «oltre 9mila stazioni tra polizia, carabinieri e Gdf, ma la rete riflette l’Italia di 40 anni fa, sia in termini di attività criminali sia di demografia» che lascia senza presidi adeguati ad esempio le periferie urbane.

lavoro di analisi che porterà «in sintesi a chiudere stazioni in centro città e a crearne di nuove soprattutto nelle periferie, risparmiando anche un pò sugli affitti». Finora «è stato fatto un lavoro per le 12 città metropolitane» e ad esempio a Roma ci sarà «la chiusura-accorpamento di una decina di stazioni e 5 nuove». «Spero entro fine anno di concludere questo percorso di analisi, c’è l’impegno di Minniti».

Nel frattempo una semplificazione per i cittadini potrebbe essere appunto quella delle denunce. Ogni anno, ha ricordato il commissario, si registrano «circa 2 milioni e mezzo di denunce di smarrimento dei documenti, che assorbono tante centinaia di uomini, tra carabinieri e polizia, in una attività amministrativa a basso valore aggiunto, inutile». Per questo l’idea è appunto quella di «creare un meccanismo per il quale se uno perde la carta d’identità va direttamente al Comune».

Il commissario in audizione ha fatto un punto più generale sulla spending review, ricordando che la spesa pubblica si attesta all’incirca su «830 miliardi» e che in questi anni si è inciso su quella «aggredibile» portando risparmi per circa «30 miliardi». La parte del leone l’ha fatta l’amministrazione centrale, con un calo del 24% mentre gli enti locali hanno registrato una riduzione del 17%. Lo stesso vale per i dipendenti, diminuiti in generale del 4% per effetto del blocco del turnover, percentuale che sale al 7% nei ministeri.

L’altro grande capitolo di intervento è stato quello della spesa per gli acquisti di beni e servizi. Nella sola sanità, che comunque rappresenta la più grossa fetta di spesa, con la centralizzazione degli acquisti salita al «90%», si sono registrati «risparmi medi del 23%» e l’obiettivo finale punta addirittura a dimezzare la spesa.

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