Terremoto e bufere di neve Il Centro Italia è in ginocchio

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Sono giunti sul posto i soccorritori in marcia per ore nella neve per raggiungere l'hotel Rigopiano in provincia di Pescara, travolto ieri da una slavina mentre ospitava circa 20 turisti. Al momento sono due le persone messe in salvo. I due al momento dell'incidente erano all'esterno della struttura e hanno visto la slavina arrivare. Risultano in buone condizioni fisiche; si erano riparati all'interno di un'auto. Al momento nessuna informazione disponibile sugli altri occupanti dell'albergo.

Terremoto e neve in centro Italia

 

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Secondo testimoni della slavina che ha colpito l'hotel Rigopiano sul Gran Sasso ci sarebbero tre dispersi. E' quanto riferiscono i soccorritori. La valanga di dimensioni importanti sarebbe venuta giù in un tratto boschivo e per questo particolarmente violenta e avrebbe investito auto, bestiame e parte dell'albergo. Secondo quanto appreso dal Soccorso Alpino, alcune persone presenti nell'albergo sarebbero scese a valle per dare l'allarme contattando la polizia provinciale e parlando dei dispersi. Al di fuori dell'Hotel Rigopiano ci sarebbero due persone che avrebbero avuto contatti sia con il 118 che con i soccorritori. Uno di questi avrebbe inviato un sms ad un soccorritore prima rassicurandolo sulle sue condizioni poi parlando di macerie. I testimoni hanno parlato di una valanga di inaudita forza per la zona che si sarebbe staccata dalla montagna e avrebbe travolto parzialmente l'hotel Rigopiano.

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I soccorsi sono rallentati da una bufera di neve. Anche il "gatto delle nevi" dei vigili del fuoco sta incontrando difficoltà e gli unici mezzi che stanno procedendo verso l'hotel sono le turbine dei pompieri. ''A Rigopiano è in atto in queste ore una bufera di neve. In albergo c'erano 20 ospiti'', aveva scritto Di Marco su Facebook. I soccorsi - come riferisce Roberto Cutraci, consigliere comunale di Farindola - sono partiti intorno alle 20 da Pescara e da Penne: in movimento ci sono gli uomini del soccorso alpino e dei carabinieri, partiti da Penne, quelli dei vigili del fuoco, partiti da Pescara. La distanza da percorrere, in una situazione resa molto difficile dalla neve, è di 45 km da Pescara a Farindola e di altri 9 km da Farindola fino alla frazione di Rigopiano. Non è quindi escluso che ci vogliano altre 2 o 3 ore perché i soccorsi arrivino sul posto.

CENTRO ITALIA IN GINOCCHIO

A cinque mesi dal primo, devastante terremoto, torna a tremare l'intero Centro Italia: 4 scosse di magnitudo superiore a 5 hanno fatto rivivere l'incubo a centinaia di migliaia di persone in Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche, già provati da mesi di vita in condizioni difficilissime. Il bilancio, per ora, è di una vittima e di un disperso. "Ogni scossa aggrava le condizioni dei cittadini, ma aumenta anche la nostra determinazione a star loro vicini e ad aiutarli" dice il capo dello Stato  Sergio Mattarella. Dai territori devastati sale il grido di dolore dei sindaci, unito alla richiesta di aiuti ed a qualche protesta. La Protezione civile parla di "condizioni estreme" ed invia più uomini e mezzi così come la Difesa. Predisposti i servizi anti-sciacalli.

"Diverse zone non sono state raggiunte, abbiamo contatti ma molte zone sono isolate. Il tutto reso più difficile dalla viabilità", ha detto il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, che ha anche invitato ad evitare spostamenti. La vittima è un uomo di 83 anni rimasto sepolto nel crollo della sua stalla a Castel Castagna (Teramo), a causa delle nevicate e delle scosse di stamattina. C'è poi un disperso ad Ortolano, un uomo travolto da una slavina che si è staccata sopra le case della frazione di Campotosto (L'Aquila). Decine poi le frazioni isolate, che i soccorritori non sono ancora riusciti a raggiungere a causa delle forti nevicate. Al terremoto si aggiunge infatti un'ondata di maltempo che non dà tregua ormai da giorni e che sta interessando proprio le zone colpite dal sisma.

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"L'emergenza non è il terremoto né i danni in zona rossa, bensì la neve. Abbiamo urgente bisogno di turbine, non bastano gli spazzaneve. Abbiamo frazioni isolate con due metri di neve" è l'allarme lanciato dal sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. Appello disperato anche dal sindaco di Camerino, nel maceratese, che però punta il dito contro gli intoppi burocratici e afferma di aver chiesto l'intervento dell'esercito senza però ottenere risposta. "Siamo totalmente abbandonati a noi stessi" denuncia. Situazione di emergenza in tutta la provincia di Teramo, dove ci sono centri isolati per neve, paese senza energia da 48 ore e le autorità chiedono l'intervento dell'esercito e del Genio militare. In particolare, a Teramo, il sindacato dei poliziotti Sappe denuncia una situazione di "paralisi totale" nel carcere di Castrogno dovuta al maltempo e al sisma, con detenuti e personale al gelo e mancanza di elettricità che impedisce di preparare il vitto, ed esprime timori che possano scoppiare disordini. Crolli sin sono verificati a Campotosto e Poggio Cancelli, comuni dell'aquilano che si trovano nella zona dell'epicentro delle scosse di stamani. La gente sta scavando nella neve per scappare a causa della paura delle scosse.

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Tante le richieste di soccorso e le testimonianze. "Siamo per strada, sommersi dalla neve e non riusciamo nemmeno a scappare. Le automobili non possono muoversi per via della neve. Continuano a esserci scosse e la gente urla per strada. Cerco inutilmente di contattare mia madre che si trova in una struttura di Montereale" è la drammatica testimonianza di Serena Testa, che vive a Marruci, frazione di Pizzoli in provincia dell'Aquila, vicinissima alla zona dell'epicentro delle scosse di questa mattina. Dodici viaggiatori del treno regionale 7100, bloccato lungo la linea ferroviaria Civitanova-Albacina non lontano dalla stazione di San Severino Marche per accertamenti tecnici sulla tratta dopo le scosse di terremoto, sono stati soccorsi da un pullman sostitutivo e hanno potuto riprendere il viaggio verso Macerata. Criticità si sono verificate in alcune frazioni di Amatrice.

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