Addio al professor Paolo Prodi, aveva 84 anni Legato a Trento, fu il rettore dell'Università

Si è spento all'età di 84 anni il professor Paolo Prodi, fratello maggiore di Romano.

Paolo Prodi era particolarmente legato a Trento: qui vel 1973 ha fondato, insieme al suo «maestro» Hubert Jedin, aveva fondato l'Istituto storico italo-germanico del quale era stato la guida per circa vent'anni.

Da tempo malato, il fratello dell'ex premier era storico e docente universitario, a Trento è stato anche il primo rettore dell'Università (dal 1972 al 1977, poi preside della Facoltà di lettere dal 1985 al 1988).

È stato tra i fondatori della nota casa editrice bolognese Il Mulino.

Paolo Prodi si è impenato anche in politica, compresa una breve stagione parlamentare. La sua più recente presa di posizione, difforme rispetto a quella del fratello Romano, riguardava il sostegno al no contro la riforma costituzionale Boschi-Renzi: «È scritta molto male ed è praticamente incomprensibile...», aveva dichiarato Paolo Prodi.Sul lungo periodo trentino del'intellettuale bolognese, la fodnazione Museo storico ha dato alle stampe un volume di Mauro Marcantoni e Franco Sandri: "Paolo Prodi: «la mia avventura trentina»", introduzione di Paolo Pombeni.

«L’avventura trentina» di Paolo Prodi - spiega l'editore - si può senz’altro ritenere esemplare. È conosciuto come storico, e la sua vasta produzione di pubblicazioni lo documenta.

Ha svolto attività determinanti all’interno dell’Università italiana, prima come ricercatore, poi come docente, come innovatore in proposte a raggio nazionale all’Ufficio Studi e Programmazione del Ministero della Pubblica Istruzione, come progettista delle sue ‹piccole università regionali› (Calabria e Trentino).

In Trentino, in particolare, ha investito il suo bagaglio di conoscenza e di esperienza nel disegno di un’«Università regionale, ponte tra cultura mediterranea e cultura germanica» e qui soprattutto si riesce a intuire l’estensione e la pregnanza del progetto politico del bino-mio trentino Prodi-Kessler non solo e non tanto su un’università locale-regionale, quanto sull’intero arco della formazione e della cultura, quali premesse necessarie alla mission di un vivere sociale nuovo, di una società in perenne rinnovamento.


«Paolo Prodi va considerato come uno dei ‘padrì dell’Autonomia», afferma, nel suo messaggio di cordoglio inviato al fratello Romano, il presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi appena giunta la notizia della morte, avvenuta ieri sera a Bologna, dello storico ed intellettuale bolognese.

«A nome di tutta la comunità trentina - questo il testo del telegramma inviato dal governatore Rossi all’ex premier ed ex presidente della Commissione europea - Ti esprimo la mia affettuosa vicinanza per la perdita del Tuo caro fratello Paolo.
Il Trentino non dimentica e gli è grato per il fondamentale apporto che ha saputo dare allo sviluppo della nostra Università, della quale è stato primo rettore, e dell’Istituto Storico Italo-Germanico. La sua visione di un regionalismo illuminato e aperto è uno dei punti di riferimento che guidano oggi la nostra Autonomia, tra i cui ‘padrì va annoverato anche Paolo Prodi. I suoi insegnamenti continueranno ad essere per noi e per tutti i trentini una grande lezione ed una prospettiva sempre attuale.»

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