Boeri boccia l’Ape Critiche al governo

La manovra economica rischia con gli interventi sulle pensioni di spostare il peso sulle generazioni future aumentando nel lungo periodo il debito pensionistico di 20 miliardi: il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ribadisce le sue perplessità su alcune delle scelte previdenziali inserite in manovra e si dice convinto che l’Ape volontaria (il prestito pensionistico ventennale per uscire dal lavoro prima dell’età di vecchiaia a carico del lavoratore) sia poco conveniente. In particolare sottolinea come si sia decisa un’ottava salvaguardia degli esodati dicendo che è l’ultima mentre si sente già «il tam tam» della nona.

Oggi l’Inps ha diffuso i dati del Casellario centrale delle pensioni secondo i quali quasi quattro pensionati su 10 possono contare su redditi da pensione inferiori a 1.000 euro al mese.

La spesa complessiva cresce dell’1,2% superando quota 280,2 miliardi mentre le prestazioni diminuiscono di oltre 100.000 unità scendendo appena sotto quota 23,1 milioni. I pensionati totali sono 16,18 milioni in calo di circa 80.000 unità.

I dati del Casellario confermano le differenze sugli importi tra uomini e donne con queste ultime che possono contare su un assegno medio di 14.543 euro a fronte di quello medio dei maschi di 20.431 euro (-29%). Il 48,3% delle pensionate percepisce meno di 1.000 euro di redditi da pensione contro il 29,8% dei maschi.

Se invece si vanno a vedere coloro che hanno più di 3.000 euro al mese (1.053.000 persone) gli uomini rappresentano quasi tre quarti della platea (780.482) mentre le donne sono il 25,9% (273.000).
Si conferma anche la maggiore presenza di pensioni di vecchiaia al Nord e di assegni di invalidità o assistenziali nel Mezzogiorno. Su 100 pensionati di invalidità 46,2% sono residenti nel Mezzogiorno mentre appena il 32% sono al Nord.

E una percentuale analoga si registra per i beneficiari di trattamenti assistenziali con il 45,8% del totale che risiede al Sud contro il 33,6% al Nord. Le pensioni di vecchiaia prevalgono al Nord con il 54% del totale mentre appena il 25,6% viene erogato al Sud.

Il presidente dell’Inps si dice favorevole all’abolizione delle ricongiunzioni onerose tra le diverse gestioni previdenziali e sottolinea che è auspicabile una maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione.


Ma avverte: tra estensione e aumento della quattordicesima, Ape social e intervento sui lavoratori precoci il costo può salire fino a 20 miliardi. Una spesa che rischia di arrivare a 44 miliardi se dopo il 2018 si decidesse di rendere le misure da sperimentali a definitive consentendo l’uscita anticipata ad altre migliaia di persone.

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