Reati prescritti? La ricetta Davigo

Il presidente dell’Associazione nazionale antimafia Pioercamillo Davigo parla dei rimedi ai processi eterni. «Si devono semplificare le procedure»

«La prescrizione è ineliminabile, c’è in tutti gli ordinamenti, ma dovrebbe non decorrere più dopo che il processo è iniziato. Servirebbe anche a disincentivare la tendenza a resistere in giudizio e a impugnare».

Lo dichiara il presidente dell’Anm, Piercamillo Davigo, in un’intervista a Famiglia Cristiana. La prescrizione «negli altri Paesi, a parte la Grecia - aggiunge Davigo - cessa con l’inizio dell’azione penale o al più tardi con la sentenza di primo grado. Da noi un imputato condannato che ha fatto ricorso in appello solo per chiedere una pena più bassa, se scatta la prescrizione nel frattempo, non sconta più neanche la pena più bassa che chiedeva. Non è ragionevole, ci obbliga a lavoro inutile».

Quanto alle cause per cui su questo tema, la politica fatichi a trovare un’intesa, «bisognerebbe chiederlo a chi non si accorda», si limita a dire il numero uno dell’Anm.

Tre le priorità che Davigo indica per la giustizia: «Ridurre il contenzioso: se i processi durano molto è anche perché sono troppi. Semplificare le procedure: troppo complesse, farraginose. Rendere effettiva l’esecuzione delle sentenze: nel civile chi ottiene ragione in giudizio a volte poi fatica lo stesso a riavere i soldi dovuti dal debitore».

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