Bufera per intervista Riina jr a Porta a Porta Bindi: «È negazionismo cosa nostra»

Bufera per l'intervista, che dovrebbe andare in onda questa sera a 'Porta a Porta' al figlio di Totò Riina. Riina - annuncia la scaletta del programma - ricorda i sedici anni accanto al padre latitante, l'immagine di Totò Riina dinanzi al televisore che trasmetteva le stragi di Capaci e via D'Amelio, i silenzi in una famiglia che sapeva e non parlava. Salvo Riina si rifiuta di rispondere alle domande di Vespa su Falcone e Borsellino. Nessuna presa di distanza dai molti delitti del padre, nonostante i ripetuti inviti del giornalista.

Dura la presa di posizione della presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi. "Mi auguro - dice la Bindi - che in Rai ci sia un ripensamento. Ma se questa sera andrà in onda l'intervista al figlio di Totò Riina, avremo la conferma che 'Porta a Porta' si presta ad essere il salotto del negazionismo della mafia e chiederò all'Ufficio di Presidenza di convocare in Commissione la Presidente e il Direttore generale della Rai".

"Confermo che andrà in onda", dice Bruno Vespa, rispondendo ad una domanda dell'ANSA. Una visione per la stampa dell'intervista registrata è in programma nel pomeriggio.

Ma anche Michele Anzaldi, deputato del Pd e segretario della commissione di Vigilanza Rai va all'attacco. "Io sono di Palermo. A me una cosa come questa fa male all'anima. Il direttore Antonio Campo Dall'Orto e la presidente Monica Maggioni devono venire in Vigilanza a spiegare come sia possibile che il servizio pubblico si presti a queste operazioni ". Michele Anzaldi, deputato Pd segretario in Commissione di Vigilanza Rai, commenta così, in un'intervista a "Repubblica.it", l'annunciata intervista di "Porta a porta".

Maria Falcone, indegno - "Apprendo costernata della decisione di far partecipare per la presentazione del proprio libro,alla puntata di 'Porta a porta' di domani il figlio di Totò Riina, carnefice di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, e centinaia di altri servitori dello Stato, e anch'egli condannato per associazione mafiosa". Lo dice all'ANSA Maria Falcone, sorella del giudice ucciso da Cosa Nostra insieme alla moglie Francesca Morvillo e a tre agenti di scorta nella strage di Capaci.

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