Guerra di gas e petrolio Eni contro Greenpeace

Intensa attività di rassicurazione da parte di Eni a pochi giorni dal referendum anti trivellazioni del 17 aprile. In merito alle informazioni diffuse in questi giorni sulla qualità delle acque intorno alle piattaforme, Eni «conferma l’adozione dei più elevati standard e linee guida internazionali nella gestione delle attività in tutti i contesti in cui opera, primo fra tutti l’ambiente marino».

In una nota del gruppo industriale interessato all’utilizzo del mare che bagna le coste italiane si legge che gli impianti offshore di Eni nell’Adriatico «sono dedicati alla produzione di gas naturale, la più sostenibile tra le fonti fossili, ed operano da sempre nel pieno rispetto delle leggi e delle prescrizioni vigenti. Rigidi controlli ambientali vengono eseguiti da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e dalle Capitanerie di Porto, coadiuvante dalle ARPA locali».

«I limiti presi in considerazione da Greenpeace per le sostanze oggetto di monitoraggio non rappresentano limiti di legge definiti per valutare l’eventuale inquinamento derivante da una specifica attività antropica». I limiti presi a riferimento da Greenpeace, prosegue Eni, «sono utilizzati per definire una classificazione comune a livello europeo circa lo stato di salute di un ambiente incontaminato in corpi idrici superficiali e riguarda, pertanto, le acque marine costiere all’interno della linea immaginaria distante 1 miglio nautico (circa 1,8 km) dalla linea di costa, mentre tutte le 34 piattaforme, oggetto dell’analisi, sono ubicate ad una distanza dalla costa compresa tra 6 miglia (10,5 km) e 33 miglia (60 km)».
 
Insomma - dice il gruppo industriale che estrae petrolio e gas - non c’è «rischio per la salute delle persone». La polemica sui limiti alle trivelle e alle piattaforme nell'Adriatico - che vede ovviamente su fronti opposti Eni e l'associazione ambientalista Greenpeace - si fa anche polemica politica e partitica. Il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano contesta la linea del Pd nazionale: «Mi auguro che non avvenga un ordine di astensione o sarò costretto a non rispettarlo»". Emiliano si dice pronto ad autodenunciarsi agli organi di garanzia del Partityo Democratico. «Io - spiega arrivando al forum di Confcommercio a Cernobbio - andrò a votare e voterò sì».

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