Il Papa tuona contro il lavoro forzato e le nuove forme di schiavitù

Debellare le nuove forme di schiavitù. Questo l’appello del Papa nel suo messaggio ai partecipanti alla Conferenza sulla tratta di essere umani, che si tiene a Madrid oggi e domani, organizzata dal «Gruppo Santa Marta», un pool internazionale di ufficiali delle forze dell’ordine e di vescovi di tutto il mondo che operano insieme con la società civile per sradicare il traffico di esseri umani e garantire cure pastorali alle vittime.

Francesco ha ricordato diverse iniziative che possono contribuire all’azione «benefica» del gruppo, tra le quali l’incontro di sindaci in Vaticano dello scorso aprile nel quale essi «hanno firmato una dichiarazione in cui si impegnano loro stessi a debellare le nuove forme di schiavitù, che hanno condannato come un crimine contro l’umanità». Il Papa ha anche sottolineato l’importanza della recente approvazione dell’Agenda 2030, che raccoglie i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu, i quali tra le altre cose incoraggiano ad «adottare misure immediate ed efficaci per debellare il lavoro forzato e porre fine alle nuove forme di schiavitù e alla tratta di essere umani, assicurando il divieto e l’eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile, compreso il reclutamento e l’utilizzo di bambini soldati ed entro il 2025 porre fine al lavoro infantile in tutte le sue forme».

Francesco, ricordando le sue parole all’Onu lo scorso 25 settembre, ha ribadito che «il mondo chiede con forza a tutti i governanti una volontà effettiva, pratica, costante, fatta di passi concreti e di misure immediate, per preservare e migliorare l’ambiente naturale e vincere quanto prima il fenomeno dell’esclusione sociale ed economica, con le sue tristi conseguenze di tratta degli esseri umani, commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato».

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