Inchiesta sulle tangenti rosse Spunta il nome di D'Alema

In una delle intercettazioni agli atti dell’inchiesta sulle tangenti a Ischia, Francesco Simone, dirigente della CPL arrestato, chiama in causa Massimo D’Alema sottolineando la necessità di «investire negli Italiani Europei dove D’Alema sta per diventare Commissario europeo»

In una delle intercettazioni agli atti dell’inchiesta sulle tangenti a Ischia, Francesco Simone, dirigente della CPL arrestato, chiama in causa Massimo D’Alema sottolineando la necessità di «investire negli Italiani Europei dove D’Alema sta per diventare Commissario europeo» in quanto «...D’Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi ci ha dato delle cose».

Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip Amelia Primavera sottolinea, tra l’altro, che «per comprendere fino in fondo e per delineare in maniera completa il sistema affaristico organizzato e gestito dalla CPL Concordia, appare rilevante soffermarsi sui rapporti intrattenuti tra i vertici della cooperativa e l’esponente politico che è stato per anni il leader dello schieramento politico di riferimento per la stessa CPL Concordia, che è tra le più antiche cosiddette “cooperative rosse”, ovvero l’On. Massimo D’Alema».

L’intercettazione ambientale in cui Francesco Simone parla di D’Alema con Nicola Verrini, responsabile commerciale di area della CPL Concordia, risale all’11 marzo 2014. Per il gip questa conversazione «appare di estremo rilievo», «oltre che per il riferimento a D’Alema» e «ad alcuni appartenenti alle forze di polizia», anche «per il modo in cui gli interlocutori distinguono i politici e le Istituzioni loro referenti, operando la netta ma significativa distinzione tra quelli che al momento debito si sporcano le mani, “mettono le mani nella merda” e quelli che non le mettono, distinzione che appunto dice tutto a proposito del modus operandi della CPL e dei suoi uomini».

Secondo il giudice, il termine «investire» utilizzato da Simone («...investire negli Italiani europei...») «rende più che mai l’idea dell’approccio di Simone e della Concordia rispetto a tale mondo». In un passaggio successivo e relativo ad un’altra vicenda Simone afferma, «in riferimento sempre alla quota associativa da pagare ad un’altra fondazione (della quale , per ragioni investigative, si omette la denominazione): “...dobbiamo pagarlo perché ci porta questo e chiudiamo questo, no venti ma anche duecento...”».

La Cpl Concordia acquistò anche «alcune centinaia di copie dell’ultimo libro» di Massimo D’Alema «nonché alcune migliaia di bottiglie del vino prodotto da una azienda agricola riconducibile allo stesso D’Alema». Lo sottolinea il gip, nell’ordinanza di custodia cautelare, definendo questa vicenda «significativa». La CPL, emerge dagli atti dell’inchiesta, ha anche sponsorizzato la presentazione del volume «Non solo euro» dell’ex leader del Pd a Ischia, l’11 maggio 2014, con l’interessamento del sindaco Giosi Ferrandino, oggi arrestato.

Francesco Simone, parlando al telefono con il sindaco, candidato Pd alle elezioni europee (risulterà primo dei non eletti con oltre 80 mila preferenze - ndr) sottolinea l’importanza dell’evento: «...sotto la campagna elettorale faremo una cosa...» e poi «..questo pure è un segnale forte che ti appoggia tutto il partito...». «Ferrandino - scrive il gip - si mostra molto entusiasta».

Il giorno precedente, sempre a Ischia, «la moglie di D’Alema ha presentato la sua produzione di vini». Di questo vino, la CPL ne ha acquistate 2.000 bottiglie. È lo stesso Simone ad ammetterlo. «Confermo - dice agli inquirenti - che la CPL ha acquistato 2.000 bottiglie di vino prodotte dall’azienda della moglie di D’Alema, tuttavia posso rappresentarvi che fu Massimo D’Alema in persona, in occasione di un incontro casuale tra me, lui, il suo autista e il presidente (della CPL - ndr) Casari, a proporre l’acquisto dei suoi vini».
Il gip - facendo riferimento ad una intercettazione in cui Simone, parlando con tale Virginia della Fondazione Italianieuropei, diceva che l’acquisto dei libri da parte della cooperativa «è un’eccezione» - annota: «visto il prezzo pagato dalla CPL Concordia per ciascuna delle 2.000 bottiglie di vino acquistate (non si trattata sicuramente di un prodotto da somministrare in una mensa aziendale), si tratta evidentemente di un’altra delle ‘eccezionì cui faceva riferimento lo stesso Simone nel parlare dell’acquisto di libri».
Il 20 novembre 2014, in una perquisizione presso la CPL Concordia, gli inquirenti hanno sequestrato tre dispositivi di bonifici effettuati dalla cooperativa in favore della Fondazione Italinieuropei, ciascuno per l’importo di 20 mila euro; nonché un ulteriore bonifico per l’importo di 4.800 euro per l’acquisto di 500 libri di «Non solo euro» di D’Alema.

Il 20 novembre 2014, in una perquisizione presso la CPL Concordia (la stessa durante la quale sono stati trovati dei bonifici in favore della fondazione Italianieuropei di Massimo D’Alema) gli investigatori che indagano sulle presunte tangenti ad Ischia hanno recuperato anche due fatture per l’acquisto da parte della CPL di due diversi libri scritti dall’ex ministro Giulio Tremonti, rispettivamente di 7.440 e 4.464 euro.

Immediata la replica di D’Alema: «Certamente ho rapporti con CPL Concordia» ma «è un rapporto del tutto trasparente, che non ha comportato né la richiesta da parte loro né la messa in opera da parte mia di illeciti di nessun genere». «Non ho avuto alcun regalo» e «nessun beneficio personale. Dalla CPL non ho avuto alcun regalo ed è ridicolo definire l’acquisto di 2000 bottiglie di vino in tre anni come un “mega ordine”, peraltro fatturato e pagato con bonifici a quattro mesi. Quanto ai libri - prosegue D’Alema - nessun beneficio personale, ma un’attività editoriale legittima, che rientra nel normale e quotidiano lavoro della Fondazione Italianieuropei. Inoltre, i libri furono acquistati per una manifestazione elettorale dedicata ai temi europei, alla quale fui invitato dal sindaco di Ischia, che era candidato del Pd».

«Do mandato all’avvocato Gianluca Luongo di difendere la mia reputazione in ogni sede», conclude.

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